Dalla fine dell'Urss nelle cinque repubbliche ex-sovietiche si discute sulla possibilità di abbandonare il cirillico per adottare i caratteri latini. C'è chi parla di una maggiore vicinanza ai suoni delle lingue turciche, ma la questione si intreccia con le istanze di “de-russificazione” sullo sfondo della guerra in Ucraina. Ma anche in Kazakistan, dove Nazarbaev avviò il processo con l'obiettivo di completarlo entro il 2031, i dubbi restano forti.
Attraverso agevolazioni fiscali e l'entrata in funzione di nuove piccole centrali idroelettriche il governo di Biškek sta scegliendo con decisione la strada della transizione ecologica. Benefici importantri per le imprese, ma restano dubbi sull'imptto nei comportamenti dei singoli cittadini.
Le tradizioni “patriarcali” della regione sembrano sempre più virare verso i volti femminili delle "dinastie" locali. Come conferma l'improvvisa uscita dall'ombra di Oguldžakhan Atabaeva, sorella del presidente del Turkmenistan, Serdar Berdymukhamedov, e figlia del presidente-padre Gurbanguly.
Sta sollevando polemiche a Bishkek una proposta di modifica alle norme per il voto che imporrebbe agli aspiranti deputati tasse di iscrizione tre volte più alte dell'attuale per poter presentare la propria candidatura. "Così potranno presentarsi alle elezioni soltanto i ricchi”.
Dopo tanti tentennamenti e incontri a livello di singoli Paesi, ora a samarcanda l'Unione europea ha dichiarato apertamente la sua intenzione di “innalzare le relazioni fino al partenariato strategico” con tutta la regione nel suo complesso. Ma i leader locali, che puntano a "diversificare" la loro politica estera, aspettano di vedere quante risorse Bruxelles metterà davvero sul tavolo.
Con l'accordo sulle frontiere dopo quattro anni di gelo ristabiliti i collegamenti aerei e riaperte le vie commerciali. L'accordo può aprire una stagione di grande crescita economica, soprattutto per il Tagikistan, il Paese più arretrato di tutta l’Asia centrale.