L'annuncio dalla Malaysia dove il premier Anwar ha letto una dichiarazione alla presenza del premier cambogiano Hun Manet e di quello ad interim thailandese Phumtham Wechayachai. Il 4 agosto un nuovo vertice del Comitato di frontiera per consolidare l'intesa. Il monito dell'arcivescovo di Bangkok, mons. Vira Arpondratana: "Non si strumentalizzino complesse questioni storiche per fini nazionalisti che distolgono l'attenzione da problemi interni".
In un messaggio a nome della piccola comunità cattolica cambogiana sui combattimenti in corso con la Thailandia mons. Olivier Schmitthaeusler invoca il rispetto del diritto internazionale e invita tutte le parrocchie a pregare perché i governanti trovino una soluzione "amichevole, sostenibile e giusta". Ancora accuse incrociate tra i due Paesi, mentre alcuni missili sono piovuti anche in Laos. Oltre 30 i morti e 200mila gli sfollati.
Il premier di Kuala Lumpur parla di un cessate il fuoco, ma le due parti continuano ad accusarsi a vicenda mentre crescono i morti e il numero degli sfollati. Il confine tracciato dai francesi nel 1907 e la conseguente sorte dei templi di Preah Vihear e Ta Muen Thom facile appiglio per il nazionalismo che su entrambi i fronti serve a coprire altre tensioni. Ma quella contesa è anche un'area da cinquant'anni crocevia di attività criminali.
La Cambogia ha accusato la Thailandia di aver aperto il fuoco per prima. Silenzio di Phnom Penh su possibili vittime. La disputa territoriale coinvolge ancora una volta le aree contese intorno ai templi di Ta Muen Thom e Preah Vihear, che da fine maggio hanno riacceso le tensioni tra i due Paesi del sud-est asiatico, alle prese anche con le rispettive questioni interne. La Cina si è offerta come mediatrice.
Tre soldati thailandesi sono rimasti feriti durante un'operazione di pattugliamento al confine con la Cambogia. Bangkok accusa Phnom Penh di aver piazzato nuove mine antiuomo, in violazione della Convenzione di Ottawa, mentre il governo cambogiano parla di un ordigno risalente alla guerra del Vietnam. Il caso riporta al centro l’uso degli ordigni. Nonostante anni di sforzi e migliaia di vittime civili, la Cambogia ha rinviato al 2030 l’obiettivo di diventare “mine-free”, aggravato anche dal taglio dei fondi per la cooperazione USA.
I transiti lungo gli 800 chilometri di confine restano di fatto chiusi mentre la Cambogia ha annunciato la leva obbligatoria del 2026. Dietro allo scontro le situazioni interne dei due Paesi, entrambi posti di fronte a forti pressioni nazionaliste e dove i comandi militari hanno ampi interessi e potere. Tribunale di Bangkok annuncia per il 22 agosto il verdetto su Takhsin Shinawatra.