Al vertice ASEAN di Kuala Lumpur del 26 ottobre la Malaysia punta a far firmare un cessate il fuoco definitivo a Thailandia e Cambogia. Ma dietro la disputa di confine si muove anche la questione dei centri per le truffe online: Bangkok accusa Phnom Penh di tollerare le attività illecite e ne chiede lo smantellamento come condizione per la pace. Intanto il premier thai Anutin alimenta il nazionalismo per la propaganda politica interna in vista delle prossime elezioni.
Il Consiglio per la sicurezza nazionale definisce le linee guida per gestire la crisi al confine con la Cambogia. Resta la preoccupazione per il sostegno militare cinese a Phom Penh, anche se Pechino minimizza. Condannato all’ergastolo l’omicida di Lim Kimya, ex parlamentare cambogiano che si opponeva a Hun Sen. Ancora ignote le ragioni del gesto.
Nonostante l’accordo del 10 settembre a Koh Kong per ridurre le tensioni, la situazione al confine tra Thailandia e Cambogia resta tesa. Bangkok valuta di esercitare pressioni economiche, mentre continuano le accuse reciproche sui centri per truffe online che la Cambogia da tempo favorisce, cercando di minimizzare le conseguenze dello scontro armato scoppiato il 24 luglio. Una recente indagine ha però svelato che tra le forza armate di Phnom Penh si contano almeno 50 morti.
Il cessate il fuoco con la Cambogia mediato dall’Asean sembra resistere nonostante i comandi thailandesi parlino di nuove violazioni. Oltre 300mila persone sono state costrette a lasciare le loro case. Sullo sfondo restano i dazi imposti dagli Usa ai due Paesi e la crisi politica di Bangkok. Attesa per il 4 agosto la sentenza della Corte costituzionale sulla premier sospesa Paetongtarn Shinawatra che potrebbe ridisegnare gli equilibri tra governo civile e establishment militare.
L'annuncio dalla Malaysia dove il premier Anwar ha letto una dichiarazione alla presenza del premier cambogiano Hun Manet e di quello ad interim thailandese Phumtham Wechayachai. Il 4 agosto un nuovo vertice del Comitato di frontiera per consolidare l'intesa. Il monito dell'arcivescovo di Bangkok, mons. Vira Arpondratana: "Non si strumentalizzino complesse questioni storiche per fini nazionalisti che distolgono l'attenzione da problemi interni".
In un messaggio a nome della piccola comunità cattolica cambogiana sui combattimenti in corso con la Thailandia mons. Olivier Schmitthaeusler invoca il rispetto del diritto internazionale e invita tutte le parrocchie a pregare perché i governanti trovino una soluzione "amichevole, sostenibile e giusta". Ancora accuse incrociate tra i due Paesi, mentre alcuni missili sono piovuti anche in Laos. Oltre 30 i morti e 200mila gli sfollati.