Con il devastante rogo che ha distrutto gran parte di un complesso popolare a Tai Po affiora tutta la fragilità del sistema abitativo di Hong Kong: sovraffollamento, cantieri gestiti in modo negligente e migliaia di anziani e lavoratrici domestiche bloccati in grattacieli difficili da evacuare. P. Franco Mella, missionario del Pime, denuncia la gestione pubblica lontana dai bisogni reali della popolazione. Nel frattempo cresce il timore che la tragedia possa riaccendere le tensioni con Pechino, proprio alla vigilia delle elezioni locali del 7 dicembre.
Il rogo esploso nel Wang Fuk Court a Tai Po ha coinvolto edifici circondati da impalcature in bambù, ancora diffuse nei cantieri di Hong Kong. Gli edifici, che arrivano fino a 31 piani, ospitano molte famiglie e coppie anziane. I soccorritori continuano a cercare le persone rimaste intrappolate.
La città ha sospeso una serie di inziative culturali a causa della crisi diplomatica tra Cina e Giappone. Il capo dell'esecutivo John Lee ha ribadito la necessità di sostenere la linea del governo centrale. Anche se gli hongkonghesi non hanno annullato i viaggi a Tokyo, le tensioni oggi hanno coinvolto direttamente il presidente degli Stati Uniti e Xi Jinping.
L’aggiornamento invernale dell’HFCC, l’organismo internazionale che coordina le frequenze radio in onde corte, mostra un ampliamento significativo delle trasmissioni dichiarate da China National Radio, soprattutto in tibetano e uiguro. Un aumento che arriva mentre gli Stati Uniti riducono drasticamente i fondi per la U.S. Agency for Global Media e Radio Free Asia, storica voce indipendente che ha documentato la repressione in Tibet e nello Xinjiang.
Pubblicato ieri, solennità di Cristo Re, il testo frutto di un processo sinodale che ha coinvolto vescovi, giovani, religiosi e laici. Ispirata al tema “Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!”, richiama la vittoria di Cristo, le origini della Chiesa coreana e l’azione dello Spirito Santo. Accompagnerà giovani e Chiesa universale verso l’incontro del 2027.
Baku uno dei primi candidati a formare un anello decisivo di questa nuova catena. L’interesse Usa verso la regione post-sovietica aumentato dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Washington vuole saldare l’asse da Israele fino all’India in chiave anti-cinese. Un’alleanza economica, politica e perfino militare contrappeso strategico all’asse anti-occidentale di Mosca e Pechino.