Esperti delle Nazioni Unite invitano Dhaka e Kuala Lumpur a smantellare le reti di reclutamento fraudolento e proteggere i migranti dagli abusi. Fra i fattori di criticità il “crescente indebitamento”. I migranti dal Bangladesh gruppo più numeroso di lavoratori stranieri, con oltre 800mila permessi di lavoro attivi a giugno pari al 37% della forza straniera complessiva.
L'azione legale è di un giovane musulmano in una relazione di "reciproco rispetto" con una ragazza cristiana. Alla Corte Costituzionale si contesta l'"ambiguità" nell'art. 2 della legge sul matrimonio, base giuridica per i tribunali. Attualmente l'anagrafe registra solo unioni comprovate da istituzioni religiose. Due giudici chiedono di rendere le leggi più rispettose dei diritti.
I militari e la milizia filogovernativa BGF hanno fatto irruzione nel complesso di Shwe Kokko. Secondo fonti locali, però, la BGF avrebbe evacuato i principali responsabili prima del blitz e migliaia di lavoratori sarebbero fuggiti dopo essere stati avvisati con anticipo. Washington e Pechino hanno avviato iniziative parallele contro le attività che finanziano questa economia criminale, ma molti analisti restano scettici: senza colpire le reti che legano esercito, milizie e gruppi criminali, i raid rischiano di essere solo operazioni d’immagine.
Nella regione meridionale della Malaysia 18 mesi di fermo all’ampliamento dei sistemi di raffreddamento ad acqua per i centri di elaborazione dati. Tra le cause la siccità e la distribuzione delle risorse idriche, che non convogliano a sud dove si concetrano gli investimenti. Con 48 data center nel 2030 Johor diventerebbe un hub regionale.
Un nuovo grave smottamento nella provincia di Giava Centrale ha provocato almeno 18 morti e numerosi dispersi. Soccorsi ostacolati da una profonda frattura apertasi nel terreno, nuove pioggie potrebbero ampliare l'area colpita dal disastro. Cambiamenti climatici e condizioni geologiche rendono l'intero Paese sempre più a rischio.
Mentre lo stesso presidente Marcos viene chiamato in causa da un ex-deputato nelle accuse di corruzione, i vescovi del Paese mettono in guardia da soluzioni che destabilizzerebbero il Paese. Card. David: "Il popolo filippino merita verità, non voci; responsabilità, non manipolazione”. Mons. Villegas: "La pace è il frutto della giustizia e del dialogo, non dell’ambizione sfrenata o della forza”.