09/05/2016, 14.34
COREA DEL NORD
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“Prima il nucleare”: Kim Jong-un seppellisce il padre e le speranze di pace per la Corea

Al Congresso nazionale del Partito dei lavoratori, il primo in 36 anni, il giovane dittatore traccia la linea: vestito in giacca e cravatta, in onore del nonno Kim Il-sung, respinge le richieste della comunità internazionale e proclama il Paese “nazione nucleare responsabile”. Poi vara una nuova politica nazionale: dopo la Juche e il Songun arriva la Byungjin, ovvero “prima il nucleare” e poi tutto il resto.

Seoul (AsiaNews) – Il primo Congresso del Partito dei lavoratori della Corea del Nord convocato da 36 anni a questa parte è stato il teatro scelto dal giovane Kim Jong-un per seppellire l’identità del padre Kim Jong-il, proporsi come erede diretto del nonno Kim Il-sung e avvertire la comunità internazionale della propria capacità nucleare. Vestito in giacca e cravatta come il suo antenato, e non con le camicie maoiste care a suo padre, Kim ha lanciato una nuova politica nazionale e ha fatto intendere di aver completato le purghe all’interno dei vertici politici e militari.

Riuniti nella Sala della Cultura “25 aprile” di Pyongyang, i circa 3mila nuovi delegati del Partito – eletti nel Paese ma di fatto indicati dalla leadership – hanno ascoltato un discorso durato circa tre ore e mezza e trasmesso in semi-differita sui canali nazionali. Il Chosun Ilbo, quotidiano vicino alla destra conservatrice della Corea del Sud, lo riassume così: “Il dittatore ha letto per la maggior parte del tempo un testo scritto. Incapace della resistenza verbale di Fidel Castro, in grado di annoiare i suoi ascoltatori per otto ore di seguito, ha dovuto fare diverse interruzioni non trasmesse dalla tv di Stato. Alla fine, la stanchezza era evidente”.

La Corea del Nord, ha detto il giovane maresciallo nella parte più attesa del suo intervento, “non userà armi nucleari, a meno che la sovranità nazionale non venga minacciata. Siamo uno Stato nucleare responsabile, non useremo aggressività se non saremo aggrediti". Jeong Joon-hee, portavoce del ministero sudcoreano dell’Unificazione, ha risposto: “La comunità internazionale non accetterà mai la Corea del Nord come Stato nucleare. Deve presentare una risoluzione sulla denuclearizzazione e smetterla di illudersi”.  

Il lungo discorso ha evidenziato altre due novità importanti. La prima è stata usata per lanciare la nuova politica nazionale, chiamata Byungjin, mentre la seconda ha chiarito che “è finita” l’epoca del “rinnovamento” – ovvero delle purghe – fra i quadri dirigenti del Partito, dell’esercito e del governo.

Parlando della nuova policy, Kim Jong-un l’ha descritta come “un doppio binario” su cui viaggiano insieme l’affermazione nucleare del Paese e la crescita economica. “Si tratta – ha aggiunto – di una strategia che ha salvaguardato gli interessi della nazione in momenti cruciali, una sicura garanzia in grado di chiudere il confronto con gli imperialisti e gli Stati Uniti”.

La Byungjin, ha aggiunto, “non è un’indicazione temporanea ma una politica strategica che dovremo mantenere per sempre. In gioco vi è la nostra rivoluzione: il deterrente nucleare sarà la pietra su cui poggiare la nostra difesa nazionale”. Il “giovane maresciallo” ha sottolineato che intende continuare a onorare la politica “Songun” lanciata da suo padre – letteralmente “prima i militari” – e ha chiarito che questa è “un principio fondamentale del socialismo. Le forze armate sono il nucleo dei nostri sforzi”.

Rimarrà salda invece la “Juche”, la politica autarchica su cui Kim Il-sung (fondatore e “padre della patria” nordcoreano) ha poggiato la rivoluzione sostenuta da Unione Sovietica e Cina. Il nipote Jong-un ha chiarito che “non intendiamo chiedere favori grandi o piccoli a nazioni grandi o piccole. Tutto quello che ci serve è che venga eliminato il clima di confronto creato da chi ci odia”. Il riferimento sembra essere a Seoul: “Il governo meridionale dovrebbe smetterla con questo approccio basato sul confronto e creare un nuovo clima nei rapporti inter-coreani”.

Chang Yong-seok, ricercatore presso l’Istituto di studi per la pace e l’unificazione dell’Università nazionale di Seoul, aggiunge: “Con il suo discorso, Kim ha confermato la volontà di dotarsi di un arsenale atomico. E questo potrebbe persino peggiorare l’isolamento della nazione”.

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