“Fratelli” per una Chiesa in uscita verso le periferie del mondo, chiamata a lanciare ponti
Città del Vaticano (AsiaNews) – Mettere in rilievo la ricchezza e la necessità di tutte le vocazioni nella Chiesa, specialmente la vocazione alla vita religiosa laicale di uomini e donne, persone che vogliono “somigliare a Gesù”, sottolineandone specialmente il “tratto” della fraternità. “Il religioso fratello riflette il volto di Cristo- Fratello, semplice, buono, vicino alla gente, accogliente, generoso, servitore…”.
E’ quanto si propone il documento “Identità e missione del fratello religioso nella Chiesa”, presentato oggi in Vaticano insieme con le manifestazioni conclusive dell’Anno della Vita Consacrata, che si svolgeranno a Roma dal 28 gennaio al 2 febbraio 2016.
La vocazione del religioso fratello – un quinto dei religiosi maschi nella Chiesa cattolica sono "fratelli" o "religiosi laici", cioè non sono preti – nelle parole del card. João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica “è, in primo luogo, la vocazione cristiana. È la chiamata dello Spirito ad assomigliare a Cristo per la gloria del Padre e per contribuire alla edificazione del Regno. Questo contributo si attua mediante l’esercizio nella Chiesa di un servizio o ministero secondo il Vangelo, che contribuisce alla salute spirituale della gente e al suo maggior benessere materiale”.
Nel documento che si rivolge anche alle religiose donne: “date le affinità tra vocazione religiosa femminile e quella del religioso fratello”, si afferma che “la vocazione del cristiano – ha detto ancora il card. Braz de Aviz - è la sequela di Cristo. Però la persona di Cristo è talmente ricca che ogni cristiano vive questa vocazione sottolineandone alcuni tratti specifici: alcuni si identificano con Cristo dedicandosi al lavoro materiale per costruire un mondo più abitabile dove la gente possa vivere in condizioni dignitose; altri, annunciando la buona notizia; altri, esercitando il ministero sacerdotale; altri, nell’insegnamento; altri, dedicandosi alla cura dei malati; altri ancora, identificandosi specialmente con Cristo povero, casto e obbediente”.
Il documento indica che “l’identità e la missione del religioso fratello si riassumono nella fraternità intesa come: dono che il fratello riceve da Dio Trinità, comunione di persone; dono che condivide con i suoi fratelli nella vita fraterna in comunità, e dono che offre al mondo per la costruzione di un mondo di figli di Dio e di fratelli”.
“La fraternità non è semplicemente il frutto dello sforzo personale. Non si arriva ad essere fratello secondo il Vangelo per il solo desiderio di esserlo o per un impulso individuale. La fraternità è anzitutto un dono di Dio” e “il dono che il religioso fratello ha ricevuto diventa dono condiviso nella vita fraterna in comunità. Il religioso fratello vive in comunità come fratello di Cristo che intercede dal Padre per l’unità dei suoi discepoli”. Egli, insieme con i suoi fratelli è aperto alle necessità della Chiesa e del mondo. “La sua missione è in definitiva quella di costruire una fraternità universale fondata sui valori del Vangelo. La fraternità dei religiosi fratelli non è auto-referenziale o rinchiusa in se stessa; è una fraternità per la missione; una fraternità in perfetta sintonia, come dice Papa Francesco, con una Chiesa in esodo, in uscita verso le periferie di questo mondo; con una Chiesa chiamata a lanciare ponti, aperta agli uomini contemporanei di ogni razza, cultura e credo. L’amore fraterno si concretizza nella Chiesa e nella vita dei religiosi fratelli in numerosi servizi: educare, curare i malati, assistere i carcerati, accogliere i rifugiati, fare la catechesi, svolgere determinati lavori manuali, ecc. Molti di questi servizi rappresentano veri e propri ministeri”.
Nel documento, ha spiegato mons. José Rodríguez Carballo, O.F.M., segretario della Congregazione, “la Chiesa è vista fondamentalmente come mistero di comunione a immagine della comunione del Figlio con il Padre nel dono dello Spirito Santo. La comunione delle tre Persone divine è modello, fonte e culmine della comunione dei cristiani con Cristo; da essa nasce la comunione dei cristiani tra di loro1 (cf. 5. p.2; 3, p.1; 4, p.1; 5 p.1…) in una vita fraterna. Si tratta della comunione dei fedeli che si riuniscono per celebrare il mistero della Trinità e per tradurre in realtà la supplica di Gesù: “Che tutti siano uno, come tu, Padre, sei in me e io in te, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21). Alla luce della sua identità come mistero di comunione, la Chiesa, animata dallo Spirito, “riafferma oggi la sua consapevolezza di essere Popolo di Dio, nel quale tutti hanno la medesima dignità ricevuta nel battesimo2, tutti hanno la stessa vocazione alla santità3 tutti sono corresponsabili della missione evangelizzatrice4.(6, p.1)”.
Mons. Rodriguez Carballo ha anche illustrato lo svolgimento della Settimana conclusiva dell’Anno della vita consacrata, che riunirà tutte le forme di vita consacrata: nuove forme, ordo virginum, istituti secolari, contemplative, religiosi/se di vita apostolica. Il logo di questo incontro sarà Vita consacrata in comunione.
All’incontro, che si svolgerà a Roma, si prevede la presenza di circa 6.000 consacrati provenienti da tutto il mondo. Si incomincerà con una Veglia di preghiera il giorno 28 gennaio alle 18.00 nella Basilica di San Pietro. Il giorno 29 gennaio sarà una giornata comune per tutte le forme di vita consacrata nell’Aula Paolo VI. La giornata sarà dedicata a riflettere sugli elementi essenziali della vita consacrata. Nei giorni 30 e 31 gennaio ogni forma di vita consacrata svilupperà un programma proprio. Le contemplative si incontreranno presso l’Università Urbaniana, l’Ordo Virginum si incontreranno presso l’Università Antonianum, gli Istituti Secolari presso l’Augustinianum, e i Religiosi/se di vita apostolica presso l’Università Lateranense. Il giorno 1° febbraio avremo l’udienza con il Santo Padre, nell’Aula Paolo VI, e rifletteremo insieme su Consacrati oggi nella Chiesa e nel mondo, provocati dal Vangelo.
Il 2 febbraio, infine, al mattino è previsto un pellegrinaggio, con motivo dell’Anno della misericordia, alle basiliche di San Paolo fuori le mura e a Santa Maria Maggiore. Al pomeriggio, all’ora che verrà indicata, ci sarà l’Eucaristia presieduta dal Papa nella basilica di San Pietro.
Per ulteriori informazioni e per le iscrizioni consultare www.congregazionevitaconsacrata.va