‘Entro due anni’ il rimpatrio dei Rohingya
L'intesa riguarda circa 156mila profughi delle violenze nel 2016 e 2017. Il Myanmar si impegna ad accogliere 1.500 Rohingya ogni settimana. In costruzione un campo per ospitare temporaneamente 30mila musulmani di ritorno.
Dhaka (AsiaNews) – Bangladesh e Myanmar si accordano per rimpatriare “entro due anni” i Rohingya sfollati dalle recenti violenze nello Stato birmano occidentale di Rakhine. È quanto riferiscono le autorità di Dhaka, al termine degli incontri del Gruppo di lavoro congiunto (Jwc) tenuti a Naypyitaw negli ultimi due giorni. Dando seguito agli impegni presi lo scorso 23 novembre, i due Paesi fissano così la prima chiara tabella di marcia per il ritorno in Myanmar di centinaia di migliaia di rifugiati.
L'intesa riguarda circa 156mila Rohingya, fuggiti dal Rakhine durante i due maggiori episodi di violenza degli ultimi anni: nell’ottobre 2016 e nell’agosto 2017, quando ha avuto inizio l’esodo di oltre 650mila musulmani. Il patto non copre tuttavia i rifugiati che vivevano in Bangladesh prima del 2016, che le Nazioni Unite stimano a 200mila.
Il Myanmar si impegna ad accogliere 1,500 Rohingya ogni settimana. Media di Stato riportano che Naypyitaw sta costruendo un campo per ospitare temporaneamente 30mila profughi di ritorno. I 500mila mq della struttura di Hla Po Khaung li accoglieranno in 625 edifici, 100 dei quali saranno ultimati entro fine mese.
Alcuni Rohingya in Bangladesh esprimono ad AsiaNews la propria soddisfazione per l’accordo. “Sono molto felice che potremo tornare nella nostra terra natia e un giorno morirci”, dichiara Nurul Islam, 35enne profugo nei campi di Cox's Bazar. “In Myamnar siamo stati perseguitati e vogliamo vedere giustizia”. Al giovane fa eco un compagno: “Non vogliamo solo il rimpatrio, ma anche vivere in pace. Il nostro governo deve garantirlo. Siamo felici di poter tornare nel nostro paese e rimanerci con i diritti di cittadini”.
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