Papa: le Beatitudini, carta d’identità e mappa di vita del cristiano
Francesco ha iniziato un ciclo di catechesi, dedicato alle Beatitudini, messaggio “rivolto a tutta l’umanità”. “Dio, per donarsi a noi, sceglie spesso delle strade impensabili, magari quelle dei nostri limiti, delle nostre lacrime, delle nostre sconfitte”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Le Beatitudini sono “la strada che Gesù ci propone”, sono “la ‘carta d’identità’ del cristiano, perché delineano il volto di Gesù stesso, il suo stile di vita”, per il quale “beato” non è uno che “se la passa bene, ma è una persona che è in una condizione di grazia, che progredisce nella grazia di Dio. E che progredisce sulla strada di Dio”. E’ dedicato alle Beatitudini il nuovo ciclo di catechesi per l’udienza generale iniziato oggi da papa Francesco che nel suo discorso odierno ha “inquadrato globalmente” le parole di Gesù e “nelle prossime catechesi commenteremo le singole Beatitudini, una ad una”.
Il Papa ha innanzi tutto sottolineato “come avvenne la proclamazione di questo messaggio”: Gesù parla da un monte e il suo messaggio “è indirizzato ai discepoli, ma all’orizzonte ci sono le folle, cioè tutta l’umanità. E’ un messaggio per tutta l’umanità”.
“Gesù inizia a insegnare una nuova legge: essere poveri, essere miti, essere misericordiosi… Questi ‘nuovi comandamenti’ sono molto più che delle norme. Infatti, Gesù non impone niente, ma svela la via della felicità – la sua via – ripetendo otto volte la parola ‘beati’”.
“Ogni Beatitudine si compone di tre parti. Dapprima c’è sempre la parola ‘beati’; poi viene la situazione in cui si trovano i beati: la povertà in spirito, l’afflizione, la fame e la sete della giustizia, e via dicendo; infine c’è il motivo della beatitudine, introdotto dalla congiunzione ‘perché’”.
“Sarebbe bello – ha aggiunto Francesco - impararle a memoria per avere nella mente nel cuore, queste norme che Gesù ci dà. Facciamo attenzione a questo fatto: il motivo della beatitudine non è la situazione attuale, ma la nuova condizione che i beati ricevono in dono da Dio: ‘perché di essi è il regno dei cieli’, ‘perché saranno consolati’, ‘perché erediteranno la terra’, e così via”.
“Nel terzo elemento, che è appunto il motivo della felicità, Gesù usa spesso un futuro passivo: ‘saranno consolati’, ‘riceveranno in eredità la terra’, ‘saranno saziati’, ‘saranno perdonati’, ‘saranno chiamati figli di Dio’. Ma cosa vuol dire la parola ‘beato’? Il termine originale greco makarios non indica uno che ha la pancia piena o se la passa bene, ma è una persona che è in una condizione di grazia, che progredisce nella grazia di Dio. E che progredisce sulla strada di Dio”.
“Dio, per donarsi a noi, sceglie spesso delle strade impensabili, magari quelle dei nostri limiti, delle nostre lacrime, delle nostre sconfitte. È la gioia pasquale di cui parlano i fratelli orientali, quella che ha le stimmate ma è viva, ha attraversato la morte e ha fatto esperienza della potenza di Dio. E’ la strada che porta alla gioia. Ci farà bene oggi prendere il Vangelo di Matteo 5, 1-11e leggere le Beatitudini, per capire la strada che Gesù ci propone”.
“Le Beatitudini – ha detto poi, salutando i fedeli francesi - ci insegnano che Dio, per donarsi a noi, spesso sceglie percorsi impensabili, quelli dei nostri limiti, delle nostre lacrime, delle nostre sconfitte. Chiediamo al Signore lo Spirito delle Beatitudini in modo da poter sperimentare il potere di Dio, manifestato nelle nostre sofferenze quotidiane”. E nel saluto ai fedeli arabi ha aggiunto che le Beatitudini, “sono una mappa di vita: non domandano azioni sovraumane, ma di imitare Gesù nella vita di ogni giorno”.
Nel saluto ai polacchi, infine, Francesco ha ricordato che “domenica, nella solennità della Presentazione del Signore si celebra la Giornata della Vita Consacrata. Preghiamo per le religiose e i religiosi che si dedicano a Dio e ai fratelli nel servizio quotidiano, secondo il proprio carisma, affinché siano sempre fedeli testimoni dell’amore salvifico di Cristo. Preghiamo anche per le nuove vocazioni alla vita consacrata”.