A Dhaka minoranze religiose chiedono di abrogare la legge pakistana sulla blasfemia
“Accuse non dimostrate hanno portato a esecuzioni extragiudiziali, linciaggi e proteste violente contro i membri delle minoranze". “Riteniamo che la legge sulla blasfemia sia in conflitto con i diritti fondamentali dei cittadini pakistani garantiti dalla Costituzione”.
Dhaka (AsiaNews) - Le minoranze religiose del Bangladesh hanno recentemente manifestato chiedendo l'abrogazione della legge pakistana sulla blasfemia.
Un centinaio di cristiani insieme a un buon numero di indù e buddisti, hanno l’High Commission for the Islamic Republic of Pakistan, Gulshan-2, Dhaka visitato e hanno consegnato un memorandum per il Primo ministro pakistano Imran Khan, con copie per il presidente Arif Alvi e per Asad Qaiser, presidente del Parlamento nazionale.
L’iniziativa è stata guidata, il 23 settembre, dalla Bangladesh Christian Association (BCA), un gruppo per i diritti dei cristiani. Il suo presidente Nirmal Rozario dice ad AsiaNews: “Chiediamo alle autorità pakistane di far cadere tutte le accuse di blasfemia inventate contro cristiani e membri delle minoranze e di rilasciarli con dignità. Chiediamo anche clemenza per coloro che sono già stati condannati a morte per blasfemia”. “Siamo consapevoli – ha aggiunto - che la blasfemia rimane una questione controversa in Pakistan e centinaia di cristiani e altre minoranze sono fuggiti dal Paese temendo per la propria vita a causa delle accuse di blasfemia. Accuse non dimostrate hanno portato a esecuzioni extragiudiziali, linciaggi e proteste violente contro i membri delle minoranze".
“Riteniamo che la legge sulla blasfemia sia in conflitto con i diritti fondamentali dei cittadini pakistani garantiti dalla Costituzione. La legge è vaga, arbitraria e lascia ampi margini per uso improprio, poiché abbiamo visto che è stata usata per soddisfare l'odio personale e comunitario, la vendetta e l'inimicizia contro persone innocenti. Pertanto, vorremmo attirare l'attenzione del governo del Pakistan, dei legislatori, dei politici, della magistratura, della società civile e del popolo pakistano in questo contesto e chiedere l'abrogazione della legge sulla blasfemia il prima possibile per salvare le minoranze in Pakistan”.
Un illustre leader indù Nimchandra Bhowmick ha detto nel programma: “Le minoranze religiosesono perseguitate in Pakistan. Mi sembra che l'obiettivo della legge sulla blasfemia sia quello di perseguitare le minoranze. Quindi chiedo il cambiamento della legge in modo che le minoranze del Pakistan possano vivere in pace".
Sunandaprio Bhikhu, segretario generale della Federazione buddista del Bangladesh, ha affermato che se il Pakistan abrogherà la legge nera sulla blasfemia, la gente di tutto il mondo lo apprezzerà: "La legge sulla blasfemia sta perseguitando le minoranze con il potere dello Stato. Non è accettabile. Penso che se il Pakistan fermerà tale legge il Pakistan sarà ammirato in tutto il mondo”.
I manifestanti hanno consegnato la loro richiesta al Police Commissioner, in modo che possa arrivare alle autorità del Pakistan. Anche i leader della BCA hanno inviato lo stesso memorandum per posta.
L'ultima vittima della legge sulla blasfemia è però Asif Pervaiz, 37 anni, cristiano pakistano. È stato condannato a tre anni di carcere per "aver abusato" del suo telefono per inviare un messaggio di testo dispregiativo". Poi la corte ha stabilito che "sarà impiccato per il collo fino alla morte". È stato anche multato di 50mila rupie (circa 250 euro).
La condanna a morte è arrivata appena pochi giorni dopo che un cristiano, David Masih, è stato accusato di blasfemia in seguito al ritrovamento di pagine del Corano in una fogna nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa.
Pervaiz lavorava in una fabbrica tessile nell'area di Youhanabad a Lahore ed è stato arrestato dalla polizia nel 2013 dopo che il suo supervisore gli aveva lanciato la falsa accusa di avergli inviato un messaggio con osservazioni diffamatorie sul profeta Maometto.
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