Yogyakarta, leader islamico impone la chiusura di una chiesa protestante
di Mathias Hariyadi
Il “guru musulmano” accusa il pastore di proselitismo e dichiara “illegale” il luogo di culto perché privo del permesso di costruzione. In realtà, il reverendo favoriva il dialogo interreligioso e pagava gli studi di cinque bambini musulmani senza convertirli. Fonti di AsiaNews: la vicenda manovrata dal leader islamico, ma nessuno “sa chi è e da dove viene”.
Jakarta (AsiaNews) – L’intervento di un leader fondamentalista islamico – di cui nessuno conosce con precisione “identità e origini” – ha portato alla chiusura di una chiesa protestante del distretto di Sleman, a Yogyakarta. Fra i pretesi usati dal “guru indonesiano” per ottenere – dietro pressioni e intimidazioni – la chiusura del centro cristiano, vi sarebbero la mancanza del permesso di costruzione e l’opera di “proselitismo fra i giovani musulmani” promossa dal reverendo. In realtà, fonti locali confermano che il pastore ha sempre favorito il dialogo interreligioso, sostenendo gli studi di cinque ragazzi di fede islamica senza l’intenzione di convertirli.
La vicenda risale ai giorni scorsi ed è accaduta in un villaggio del distretto di Sleman, a Yogyakarta, nell’isola di Java. La chiesa pentecostale di El Shaddai (Gpdi), guidata dal pastore Nico Lomboan STH, ha dovuto chiudere i battenti, in seguito a una riunione a porte chiuse con i funzionari locali.
Tuttavia, la decisione delle autorità è frutto delle pressioni esercitate da un parlamentare della zona e da un leader islamico, conosciuto nella regione con il nome di Turmudi. Egli ha usato parole di fuoco e fomentato una folla, perché il governo intimasse la fine delle attività cristiane e venissero rimosse le insegne luminose dalla facciata dell’edificio.
Tra i pretesti utilizzati dal “guru” musulmano, la presunta mancanza dell’Izin Mendirikan Bangunan (Imb), una sorta di delibera scritta delle autorità locali che permette l’apertura di un cantiere. Se si tratta di un edificio cristiano, la procedura oltre a richiedere anni deve essere unita al nulla osta di almeno 60 residenti nell’area in cui viene costruito l’edificio e del gruppo per il dialogo interreligioso. Pur disponendo delle autorizzazioni, spesso la costruzione viene interrotta e il permesso revocato dietro pressioni dell’ala fondamentalista islamica ai governi locali, espressione di fanatismo religioso.
Il reverendo Lomboan spiega di aver richiesto tutti i permessi “fin dal 1995” e l’area è teatro di attività cristiane “dal 1990”. “Non è successo nulla di grave – afferma – sino al dicembre 2010, periodo in cui si stavano ultimando i lavori”. Egli aggiunge che musulmani e cristiani promuovevano il dialogo interreligioso e il pastore stesso si era guadagnato una buona reputazione, sostenendo economicamente gli studi di 11 bambini. “Cinque di loro sono musulmani – precisa – e nessuno di noi ha mai voluto convertirli. Tanto che oggi sono ancora musulmani”.
Lo scorso 16 febbraio, dietro pressioni del guru musulmano, un gruppo di madri ha fatto irruzione nella casa del pastore, imponendogli la fine delle attività. Il giorno seguente si è riunito il Parlamento locale, che ha convocato il reverendo Lomboan. L’esito dell’incontro ha portato alla chiusura del centro cristiano e alla fine di ogni attività. Il denaro donato dal reverendo ai bambini musulmani è valso come prova di “proselitismo cristiano”.
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