Yingluck Shinawatra, sorella di Thaksin, prima donna premier della Thailandia
La nomina sancita oggi dal Parlamento, con 296 voti favorevoli su 500. Nei prossimi giorni arriverà la ratifica ufficiale di re Bhumibol Adulaydej. Fonte di AsiaNews: valutare se manterrà le promesse fatte in campagna elettorale e le politiche verso le fasce più deboli. Militari e “camicie rosse” potrebbero mutare gli equilibri.
Bangkok (AsiaNews) – Il Parlamento thai ha eletto Yingluck Shinawatra Primo ministro della Thailandia. La sorella dell’ex premier e multimiliardario in esilio Thaksin sarà la prima donna a reggere le sorti della politica thai, in seguito alla vittoria elettorale del 3 luglio scorso alla guida del partito Pheu Thai. La votazione si è tenuta oggi alla Camera bassa ed è stata trasmessa in diretta tv. Su 500 parlamentari, sono 296 ad aver votato la fiducia; tre hanno votato contro e altri 197 si sono astenuti. Ora spetterà al re Bhumibol Adulaydej ratificare la nomina parlamentare, in una cerimonia che si dovrebbe tenere nei prossimi giorni.
Yingluck, donna d’affari di 44 anni e priva di precedenti esperienze in politica, dovrà garantire stabilità a una nazione scossa da anni di proteste di piazza. Dalla cacciata di Thaksin nel 2006, auto-esiliatosi a Dubai e condannato in contumacia a due anni di prigione, in seguito a un colpo di Stato militare, la Thailandia ha vissuto un’alternanza di governi e manifestazioni, che nel 2010 sono sfociati in scontri aperti fra esercito e “camicie rosse” che hanno causato un centinaio di morti. La donna ha vinto con un programma elettorale populista, vicino allo stile del fratello, tanto da essere raffigurata da Thaksin come il suo “clone”. Egli ha voluto precisare che la sorella non sarà un “burattino nelle mie mani”, sebbene il legame fra i due sia così forte che la donna lo considera “un secondo padre”. Fra i punti del programma vi sono l’innalzamento del salario minimo, il miglioramento nei collegamenti con il nord del Paese e una maggiore efficienza – a costi inferiori – del servizio sanitario nazionale.
Una fonte di AsiaNews a Bangkok spiegano che “la popolazione è soddisfatta” perché alle elezioni ha vinto chi rappresenta “il ceto medio e medio-basso”, mentre escono sconfitti i militari e le elite economiche. Aumenta il divario fra ricchi e poveri, come il traffico di droga e la disoccupazione, insieme a una cronica condizione di arretratezza delle aree rurali. “La sfida più grande – racconta la fonte, un esperto di politica thai – è vedere se sarà in grado di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Emergono tuttavia alcuni aspetti positivi, come la maggiore attenzione alle classi povere e il tentativo di contrastare le oligarchie”.
Per proseguire sulla strada dello sviluppo servono soldi e investimenti, ma si tratta di “un’arma a doppio taglio, perché favorisce l’ingresso nel Paese di potenze straniere, come la Cina” che poi finiranno per influire “sulla vita socio-economica della Thailandia”. La fonte aggiunge che Thaksin “in qualche modo” influenzerà le scelte della sorella, perché gli elettori hanno votato pensando anche alle iniziative che il multimiliardario thai “aveva sviluppato a suo tempo a favore delle aree povere e rurali: somme di denaro – racconta – per ciascuna municipalità, anche la più piccola, per realizzare alcuni progetti. Sono gesti concreti e visibili per tutti, come la posa di pannelli solari sulle case, in modo da garantire l’elettricità anche nei villaggi”.
All’indomani del voto i militari hanno garantito di accettare il responso delle urne, assicurando che non si sarebbero opposti alla formazione di un governo guidato da una personalità così vicina a Thaksin. “Sarà interessante vedere – conclude la fonte di AsiaNews – come si comporterà la famiglia reale nei confronti del nuovo governo e la posizione che terranno le “camicie rosse”, un movimento indipendente rispetto alla classe dirigente. Se le promesse fatte da Yingluck non verranno mantenute, è facile prevedere che i dimostranti torneranno a occupare strade e piazze”.
Yingluck, donna d’affari di 44 anni e priva di precedenti esperienze in politica, dovrà garantire stabilità a una nazione scossa da anni di proteste di piazza. Dalla cacciata di Thaksin nel 2006, auto-esiliatosi a Dubai e condannato in contumacia a due anni di prigione, in seguito a un colpo di Stato militare, la Thailandia ha vissuto un’alternanza di governi e manifestazioni, che nel 2010 sono sfociati in scontri aperti fra esercito e “camicie rosse” che hanno causato un centinaio di morti. La donna ha vinto con un programma elettorale populista, vicino allo stile del fratello, tanto da essere raffigurata da Thaksin come il suo “clone”. Egli ha voluto precisare che la sorella non sarà un “burattino nelle mie mani”, sebbene il legame fra i due sia così forte che la donna lo considera “un secondo padre”. Fra i punti del programma vi sono l’innalzamento del salario minimo, il miglioramento nei collegamenti con il nord del Paese e una maggiore efficienza – a costi inferiori – del servizio sanitario nazionale.
Una fonte di AsiaNews a Bangkok spiegano che “la popolazione è soddisfatta” perché alle elezioni ha vinto chi rappresenta “il ceto medio e medio-basso”, mentre escono sconfitti i militari e le elite economiche. Aumenta il divario fra ricchi e poveri, come il traffico di droga e la disoccupazione, insieme a una cronica condizione di arretratezza delle aree rurali. “La sfida più grande – racconta la fonte, un esperto di politica thai – è vedere se sarà in grado di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Emergono tuttavia alcuni aspetti positivi, come la maggiore attenzione alle classi povere e il tentativo di contrastare le oligarchie”.
Per proseguire sulla strada dello sviluppo servono soldi e investimenti, ma si tratta di “un’arma a doppio taglio, perché favorisce l’ingresso nel Paese di potenze straniere, come la Cina” che poi finiranno per influire “sulla vita socio-economica della Thailandia”. La fonte aggiunge che Thaksin “in qualche modo” influenzerà le scelte della sorella, perché gli elettori hanno votato pensando anche alle iniziative che il multimiliardario thai “aveva sviluppato a suo tempo a favore delle aree povere e rurali: somme di denaro – racconta – per ciascuna municipalità, anche la più piccola, per realizzare alcuni progetti. Sono gesti concreti e visibili per tutti, come la posa di pannelli solari sulle case, in modo da garantire l’elettricità anche nei villaggi”.
All’indomani del voto i militari hanno garantito di accettare il responso delle urne, assicurando che non si sarebbero opposti alla formazione di un governo guidato da una personalità così vicina a Thaksin. “Sarà interessante vedere – conclude la fonte di AsiaNews – come si comporterà la famiglia reale nei confronti del nuovo governo e la posizione che terranno le “camicie rosse”, un movimento indipendente rispetto alla classe dirigente. Se le promesse fatte da Yingluck non verranno mantenute, è facile prevedere che i dimostranti torneranno a occupare strade e piazze”.
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