Yemen, quasi 100mila bambini rischiano la morte per grave malnutrizione
Secondo dati Onu la crisi ha raggiunto livelli mai registrati prima. A sei anni dall’inizio della guerra sempre più presente lo spettro della fame diffusa o di gravissima carestia. I Paesi donatori, in testa l’Arabia Saudita, non adempiono ai loro impegni negli aiuti. Di 3,2 miliardi di dollari necessari, raccolti sinora solo 1,43.
Sana’a (AsiaNews/Agenzie) - La pandemia di nuovo coronavirus, l'economia in declino, la guerra e il crollo degli aiuti internazionali hanno peggiorato la già devastante crisi umanitaria nello Yemen, causando un aumento nella malnutrizione giovanile che ha toccato livelli mai registrati prima. È l’allarme lanciato da diverse agenzie Onu, secondo cui a sei anni dall’inizio del conflitto è sempre più evidente lo spettro della fame diffusa, o ancor peggio di una gravissima carestia. In alcune aree del Paese, avvertono gli esperti, il dato sulla malnutrizione giovanile acuta è allarmante, con “quasi 100mila bambini a rischio morte”.
Secondo i dati forniti ieri dalle Nazioni Unite, in diverse zone del sud dello Yemen si sono registrati oltre mezzo milione di casi di malnutrizione acuta fra i bambini sotto i cinque anni di età. Una inchiesta, ancora in corso, nel nord (controllato dai ribelli Houthi) è destinata a fornire gli stessi risultati, fonte di “eguale preoccupazione”.
Secondo la Fao (organismo Onu per l’alimentazione e l’agricoltura), World Food Programme e Unicef, una crescita del 15,5% dei casi di malnutrizione grave nel gruppo preso in esame porta almeno 98mila minori “all’elevato pericolo di morte” se non riceveranno cure urgenti e cibo. Lise Grande, a capo della missione umanitaria delle Nazioni Unite nello Yemen, sottolinea che “i numeri pubblicati confermano i più alti livelli mai raggiunti di malnutrizione fra i bambini dall’inizio della guerra”. “L’escalation dei conflitti - prosegue - e il declino economico, unito all’impatto devastante della pandemia di Covid-19 hanno spinto una popolazione già esausta sull’orlo del baratro”.
La guerra in Yemen divampata nel 2014 come conflitto interno fra governativi filo-sauditi e ribelli sciiti Houthi vicini all’Iran, degenerato nel marzo 2015 con l’intervento della coalizione araba guidata da Riyadh, ha causato oltre 10mila morti e 55mila feriti. Organismi indipendenti fissano il bilancio (a fine luglio 2018) a circa 57mila decessi. Per l’Onu il conflitto ha provocato la “peggiore crisi umanitaria al mondo” e il nuovo coronavirus ha sortito effetti “devastanti”; milioni di persone sono sull’orlo della fame, i bambini ne patiranno le conseguenze per i prossimi 20 anni.
Ad aumentare lo stato di crisi vi è anche il taglio ai programmi di aiuto, compresi quelli di emergenza alimentare per le persone in stato di necessità a causa del prosciugamento dei fondi. Dei 3,2 miliardi di dollari necessari per sopperire ai bisogni, solo 1,43 miliardi sono arrivati a destinazione, secondo i dati aggiornati a metà ottobre. Molti donatori arabi fra cui la stessa Arabia Saudita, afferma l’Onu, non hanno adempiuto ai loro obblighi: “Se non mettiamo fine alla guerra - conclude Lise Grande - andiamo incontro a una situazione irreversibile e rischiamo di perdere un’intera generazione di bambini piccoli dello Yemen”.