11/04/2016, 08.56
YEMEN
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Yemen, coalizione saudita e ribelli Houthi "intendono rispettare” la tregua Onu

Entra in vigore oggi il cessate il fuoco fra le parti, mediato dalle Nazioni Unite. Entro fine mese in Kuwait inizieranno i colloqui di pace. Ieri 20 morti negli scontri a fuoco. Nel conflitto sono morte oltre 6.200 persone, almeno due milioni gli sfollati. Rischio “catastrofe umanitaria” nel Paese. 

Sanaa (AsiaNews/Agenzie) - La coalizione a guida saudita che sostiene le forze governative in Yemen e i ribelli Houthi sono entrambi intenzionati a “rispettare” la tregua, mediata dalle Nazioni Unite, che entra in vigore a partire da oggi. Fonti ufficiali della coalizione e un portavoce dei ribelli sciiti, vicini all’Iran, hanno confermato l’entrata in vigore del cessate il fuoco. 

Secondo fonti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nella guerra sono morte più di 6.200 persone, almeno due milioni di sfollati in un anno di combattimenti; per le Nazioni Unite vi è il forte rischio di “catastrofe umanitaria” in Yemen.

Per fermare la guerra si muove la diplomazia internazionale, nel tentativo di trovare un difficile accordo fra le parti. Entro fine aprile è previsto l’inizio dei colloqui di pace, che si terranno in Kuwait.

L’inviato speciale Onu in Yemen Ismail Ould Cheikh Ahmed ha accolto con favore la tregua definendola “critica, urgente e assai necessaria”. “Lo Yemen - ha aggiunto - non può affrontare la perdita di altre vite umane”. Nel contesto del cessate il fuoco le parti si impegnano a consentire l’ingresso di aiuti umanitari e rifornimenti nelle aree più a rischio. 

Accogliendo l’appello del presidente Abdrabbuh Mansour Hadi, la coalizione saudita afferma di “rispettare il cessate il fuoco”, pur riservandosi “il diritto di rispondere” a eventuali attacchi ribelli. 

Solo ieri, a poche ore dall’entrata in vigore della tregua, sarebbero morte 20 persone negli scontri a fuoco fra le parti. 

Dal gennaio dello scorso anno la nazione del Golfo è teatro di un sanguinoso conflitto interno che vede opposte la leadership sunnita, sostenuta dall’Arabia Saudita, e i ribelli sciiti Houthi, vicini all’Iran. Nel mese di marzo, i sauditi a capo di una coalizione hanno lanciato raid aerei contro i ribelli nel tentativo di liberare la capitale Sana’a e riconsegnare il Paese al presidente (prima in esilio, poi rientrato) Abdu Rabu Mansour Hadi. 

Per l’Arabia Saudita gli Houthi, alleati alle forze fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, sono sostenute sul piano militare dall’Iran; un’accusa che Teheran respinge. Nel Paese sono inoltre attivi gruppi estremisti legati ad al Qaeda e milizie jihadiste legate allo Stato islamico, che hanno contribuito ad aumentare la spirale di violenza e terrore.

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