Yemen, allarme Onu: metà della popolazione senza cibo, rischio carestia
È quanto emerge dall’Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), pubblicato ieri. Per gli esperti “sta scadendo il tempo” per scongiurare “una fame di massa”. Per decine di migliaia di persone la situazione è “catastrofica” e il prossimo anno è destinata a peggiorare. Direttore generale Fao: la guerra è il motore dell’insicurezza alimentare.
Sana’a (AsiaNews/Agenzie) - In molte parti dello Yemen, nazione araba già colpita da una devastante crisi umanitaria, sono comparse condizioni equiparabili a quelle della carestia e circa metà della popolazione sperimenta alti livelli di insicurezza alimentare. È quanto emerge dai risultati di uno studio condotto da esperti delle Nazioni Unite e pubblicato ieri, secondo i quali “sta scadendo il tempo” per scongiurare “una fame di massa” mentre 100mila bambini rischiano la morte per grave malnutrizione.
Secondo la Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), analisi elaborata dall’Onu, il 45% della popolazione yemenita fronteggia “alti livelli” di insicurezza alimentare. Il 33% di questi è in condizioni di “crisi”, il 12% vive una realtà di “emergenza”, mentre per 16.500 il quadro è “catastrofico”, il livello peggiore della speciale classifica Ipc.
A preoccupare gli esperti vi sono inoltre le previsioni per il prossimo anno, in cui la situazione è destinata a peggiorare. Fra gennaio e giugno 2021, il 54% degli abitanti dello Yemen (circa 16,2 milioni di persone) corrono il serio pericolo di sperimentare alti livelli di insicurezza alimentare. Aumenteranno a 47mila unità quelli che vivono in condizioni catastrofiche.
“Questi numeri allarmanti - afferma David Beasley, direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale (Pam) - devono risuonare come un campanello d’allarme per tutto il mondo” in una realtà segnata nel profondo da guerra e violenze. Le condizioni appaiono critiche sia nel settore meridionale del Paese, controllato dal governo riconosciuto a livello internazionale, come nella parte nord - dove sorge la capitale Sana’a - nelle mani dei ribelli Houthi.
La guerra in Yemen divampata nel 2014 come conflitto interno fra governativi filo-sauditi e ribelli sciiti Houthi vicini all’Iran, degenerato nel marzo 2015 con l’intervento della coalizione araba guidata da Riyadh, ha causato oltre 10mila morti e 55mila feriti. Organismi indipendenti fissano il bilancio (a fine luglio 2018) a circa 57mila decessi. In questo quadro il Covid-19 ha sortito effetti “devastanti”; milioni di persone sono sull’orlo della fame e i bambini ne patiranno le conseguenze per i prossimi 20 anni. Le restrizioni imposte per limitare il coronavirus hanno innescato una ulteriore stretta sugli aiuti, cui si sommano inondazioni, invasioni di locuste e un progressivo impoverimento degli aiuti internazionali.
Qu Dongyu, direttore generale Fao, sottolinea che il principale motore dell'insicurezza alimentare è il conflitto, che deve cessare al più presto. “Dobbiamo agire immediatamente” ha aggiunto il responsabile locale del Norwegian Refugee Council Mohamed Abdi. “Aspettare la dichiarazione di carestia - conclude - significa condannare a morte centinaia di migliaia di persone”.