Yemen, Onu condanna raid su matrimonio: decine di vittime, anche bambini
Il segretario generale delle Nazioni Unite condanna l’attacco del 22 aprile nella provincia settentrionale di Hajjah. I ribelli sciiti Houthi accusano la coalizione araba a guida saudita. Guterres promette un'indagine “pronta, efficace e trasparente”. Assassinato il capo politico Houthi Saleh al-Sammad.
Sana’a (AsiaNews/Agenzie) - Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha condannato con forza il raid aereo che ha colpito gli invitati a un matrimonio in Yemen, uccidendo decine di civili, fra i quali diversi bambini. Gutierrez ha chiesto l’apertura ufficiale di una inchiesta sull’attacco, dietro il quale secondo i ribelli sciiti Houthi vi sarebbe la coalizione araba a guida saudita.
Il raid aereo è avvenuto nella tarda serata del 22 aprile scorso nella provincia settentrionale di Hajjah, controllata dalle milizie sciite vicine all’Iran.
Commentando l’attacco il segretario generale Onu condanna “con forza gli attacchi aerei sulla festa di matrimonio a Hajjah” e contro “veicolo di civili a Taez, dove almeno 50 persone, fra i quali bambini, sono stati uccisi e altre decine feriti”. Antonio Guterres ricorda “a tutte le parti in lotta i loro doveri, in base alle norme del diritto umanitario internazionale” riguardanti la protezione di civili e delle loro infrastrutture “nel contesto dei conflitti armati”. Il leader Onu invoca l’apertura di una “indagine pronta, efficace e trasparente” sui raid, nel momento in cui la diplomazia delle Nazioni Unite sta compiendo i massimi sforzi per il rilancio dei colloqui di pace e l’avvio di una tregua.
Dal gennaio 2015 il Paese arabo è teatro di un sanguinoso conflitto che vede opposte la leadership sunnita dell’ex presidente Hadi, sostenuta da Riyadh, e i ribelli sciiti Houthi, vicini a Iran ed Hezbollah. Nel marzo dello stesso anno una coalizione araba a guida saudita ha promosso raid contro i ribelli, finiti nel mirino delle Nazioni Unite per le vittime civili. Tra questi vi sono anche bambini.
Il vicario apostolico mons. Paul Hinder ha denunciato più volte la gravità del “disastro” in atto, con vittime cristiane come accaduto nell’assalto alle Missionarie della Carità di Aden. Oggi gli Houthi occupano circa il 30% del territorio, soprattutto nel nord del Paese dove si concentra la maggior parte della popolazione. Nel sud - controllato dal governo di Aden vicino ai sauditi - si è formato un nuovo fronte di scontro in seguito alla comparsa di gruppi separatisti filo-emirati, che complicano ancor più la situazione. In questo contesto di guerre e divisioni che hanno provocato almeno 10mila vittime si aggiunge il blocco imposto da Riyadh nel novembre scorso in risposta al lancio di razzi dei ribelli Houthi, che ha aggravato l’emergenza cibo e medicine.
Ieri, intanto, i vertici dei ribelli Houthi hanno confermato la morte del loro leader politico, Saleh al-Sammad, ucciso da un raid aereo di probabile matrice saudita. Le milizie sciite parlano di martirio del loro capo e assicurano vendetta per il suo assassinio. L’attacco aereo risale al 19 aprile scorso e ha colpito la provincia di Hodeida, nell’ovest del Paese. Saleh al-Sammad è il più importante leader Houthi ucciso dall’inizio del conflitto. Sulla sua testa i sauditi avevano messo una taglia milionaria. Il suo posto all’interno del Consiglio politico è stato assunto da Mehdi Hussein Al-Machat, il quale ha dichiarato che “questo crimine non resterà impunito”.
14/09/2018 08:55