Yangon: il governo ombra invita alla ribellione contro i militari
Duwa Lashi La, che guida il Governo di unità nazionale in esilio ha fatto l'annuncio con un su Facebook. Deboli sforzi diplomatici da parte dell'Asean. Ieri la giunta militare ha rilasciato il monaco ultranzionalista Ashin Wirathu, noto per la retorica antimusulmana.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) - Il governo ombra del Myanmar, formato da oppositori in esilio, ha chiesto alla popolazione birmana di ribellarsi contro la giunta militare che il primo febbraio con un colpo di Stato ha deposto il governo civile guidato da Aung San Suu Kyi.
Duwa Lashi La, a capo del Governo di unità nazionale (Gun), ha invocato la “rivolta contro il dominio dei terroristi militari guidati da Min Aung Hlaing in ogni angolo del Paese”. Il generale Hlaing, comandante del Tatmadaw (l’esercito birmano) il mese scorso ha assunto il ruolo di primo ministro e si è impegnato a tenere nuove elezioni entro il 2023.
In un video postato su Facebook Duwa Lashi La ha inoltre esortato chiunque serva sotto il regime militare a lasciare il proprio lavoro e ha chiesto alle milizie etniche attive lungo i confini di attaccare i militari. Dopo l’annuncio la popolazione birmana ha preso d’assalto i supermercati e i negozi di alimentari; è aumentata anche la presenza dei militari nelle strade e alcune vie sono state bloccate.
Dopo il golpe nel Paese si è formato uno spontaneo movimento di disobbedienza civile e vari gruppi armati si sono scontrati con i soldati della giunta. Da febbraio più di 1.000 civili sono stati uccisi dai militari.
L'Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (Asean) nei giorni scorsi ha intensificato gli sforzi diplomatici per porre fine alla violenza e aprire un dialogo tra la giunta e il Gun. L'inviato dell'Asean in Myanmar, Erywan Yusof, ha detto che i militari hanno accettato la proposta di un cessate il fuoco fino alla fine dell'anno per garantire la distribuzione degli aiuti umanitari; molti dubitano però che il Tatmadaw rispetterà l’impegno.
Oggi la giunta militare ha rilasciato il monaco buddhista Ashin Wirathu, noto per la sua retorica nazionalista e antimusulmana. Per i suoi discorsi contro i Rohingya, Wirathu è stato soprannominato “il Bin Laden buddhista”. Nel 2017 la più alta autorità religiosa del Myanmar gli aveva vietato di predicare per un anno, e nel 2018 Facebook ha eliminato la sua pagina per discorsi che incitano all’odio. Nel 2019 era stato accusato di sedizione dal governo di Aung San Suu Kyi, ma il monaco è rimasto in latitanza per oltre un anno prima di consegnarsi alla polizia lo scorso novembre. Da allora è stato detenuto nella prigione di Insein a Yangon. Ieri la giunta militare ha ritirato tutte le accuse nei suoi confronti e ha archiviato il caso senza dare spiegazioni.
04/05/2022 10:46
13/10/2022 11:00