Yangon: 8 morti e 18 feriti dopo l'esplosione nel carcere di Insein
Tra le vittime anche cinque visitatori parenti dei detenuti. Secondo Radio Free Asia ad aver compiuto l'attacco è stato un gruppo ribelle urbano. Nel Sagaing altri prigionieri hanno tentato di evadere da una stazione di polizia.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) - Almeno 8 persone (tre guardie carcerarie e cinque visitatori) sono morte nella famigerata prigione di Insein a Yangon in seguito di un’esplosione avvenuta ieri. Secondo le testimonianze, l’attacco è stato compiuto con due pacchi bomba fatti esplodere nell’ufficio postale del carcere. I funzionari birmani hanno riferito che i feriti sono almeno 18, tra cui due minori. Dopo l’esplosione, nel carcere di Obo a Mandalay le guardie carcerarie hanno vietato la ricezione di pacchi. Secondo Radio Free Asia l’attacco è stato rivendicato da un gruppo ribelle urbano chiamato Special Task Force Agency of Burma.
I visitatori rimasti uccisi erano tutti parenti dei detenuti. Tra questi c’erano la madre del leader studentesco Lin Htet Naing, incarcerato a giugno di quest’anno per le sue attività pro-democrazia contro la giunta golpista birmana, e la madre di un uomo accusato di aver manomesso il motore di un aereo. La prima stava portando del riso, mentre la seconda si stava recando in carcere per testimoniare a favore del figlio durante un processo.
La prigione di Insein è un vasto complesso che sorge nella periferia dell’ex capitale del Myanmar. Ospita circa 10mila detenuti, di cui la maggior parte prigionieri politici incarcerati dopo il colpo di Stato dell’esercito del primo febbraio 2021.
C’erano già stati attacchi dinamitardi a Yangon nell’ultimo anno e mezzo dopo lo scoppio della guerra civile, ma mai di questa portata. Nella regione centrale del Sagaing nei giorni scorsi 14 detenuti sono evasi dalla stazione di polizia in cui erano tenuti in custodia. Un ragazzo di 25 anni, identificato come Ah Pon, è stato ucciso, mentre altri quattro sono stati di nuovo arrestati. Ah Pon era stato fermato per possesso di stupefacenti. Fonti locali hanno raccontato ad AsiaNews che a causa della guerra le droghe sono sempre più diffuse tra giovani e giovanissimi.
Il conflitto vede schierato da una parte l’esercito e dall’altra le Forze di difesa del popolo, il braccio armato del Governo di unità nazionale in esilio, alleatesi con le storiche milizie etniche presenti nel Paese dai tempi dell’indipendenza dall’impero britannico. Con l’arrivo della stagione secca nei prossimi mesi, migliorando la visibilità e gli spostamenti, gli esperti prevedono una recrudescenza delle violenze in tutto il Paese. Secondo statistiche indipendenti dal colpo di Stato sono stati arrestati più di 15mila civili, mentre solo nei primi sei mesi del 2022 i morti sarebbero circa 11mila.