Yangon, legge marziale. Almeno 39 uccisi
A Hlaing Tharyar, incendiate alcune fabbriche cinesi. I dimostranti accusano la Cina di sostenere i militari con armi e consiglieri anti-guerriglia, e di proteggerli dalle critiche dell’Onu. Ferita in modo molto grave una ragazza di 15 anni. Dal 1° febbraio le forze di sicurezza hanno ucciso 126 persone e fatto 2150 prigionieri. L’appello del governo parallelo per una “rivoluzione” e una democrazia federale.
Yangon (AsiaNews) – Non si fermano nemmeno oggi le manifestazioni pro-democrazia in tante parti del Paese, dopo il giorno di sangue di ieri, in cui le forze di sicurezza hanno ucciso almeno 39 persone facendo diverse centinaia di feriti, anche gravi. Molte uccisioni sono avvenute a Yangon, nel quartiere di Hlaing Tharyar, dove alcune fabbriche e centri commerciali cinesi sono stati incendiati. I dimostranti accusano la Cina di sostenere i militari con armi e consiglieri anti-guerriglia, e di proteggerli dalle critiche dell’Onu.
L’ambasciata cinese ha subito domandato alle “autorità del Myanmar di imporre misure efficaci per far finire tutti gli atti di violenza”. Quasi a risposta dell’appello cinese, la giunta ha decretato la “piena legge marziale” a Hlaing Tharyar e altri distretti di Yangon, oltre che a Mandalay. Nonostante la legge marziale, quest’oggi migliaia di persone si sono radunate a Hlaing Tharyar (v. foto 1).
Circa 18 persone sono morte a Yangon; altre 30 in cittadine vicine: Hlaing Tharyar, Thingangyun, Shwepyithar, South Dagon. I militanti pro-democrazia e i media cercano di stilare un bilancio: 4 persone uccise a Twante; uno ucciso a Hparant. A South Dagon è stata colpita una ragazza di 15 anni, Zuu Wint Wah, che ora è ricoverata in condizioni critiche. Zuu era stata arrestata ai primi di marzo per aver partecipato alle proteste e rilasciata una settimana fa.
Secondo l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici, dal colpo di Stato del 1° febbraio le forze di sicurezza hanno ucciso 126 persone e fatto 2150 prigionieri. Di questi, finora sono stati rilasciati solo 300.
La giunta giustifica il colpo di Stato a causa dei presunti brogli avvenuti alle elezioni del novembre scorso in cui la Lega nazionale per la democrazia, il partito di Aung San Suu Kyi ha vinto il 75% dei seggi. Il Comitato elettorale ha ammesso piccole irregolarità, ma non sufficienti a cambiare i risultati delle votazioni.
Due giorni fa, il capo provvisorio di un governo civile parallelo a quello della giunta, ha diffuso un messaggio in cui chiede alla popolazione di unirsi nella “rivoluzione” e togliere il potere ai militari.
Mahn Win Khaing Than (foto 4) – che vive nascosto, come la maggior parte dei membri della Lega nazionale per la democrazia e dei parlamentari deposti – ha diffuso il suo messaggio attraverso Facebook.
Il Chrp (Committee Representing Pyidaungsu Hluttaw), il gruppo guidato da Mahn Win Khaing Than, è stato formato il 5 febbraio e propone una democrazia federale. La giunta ha dichiarato il Chrp un gruppo “illegale e terrorista”.