Yangon, incontri pre-elettorali della giunta boicottati da quasi tutti i partiti
La giunta, che rifiuta i risultati elettorali del novembre scorso, ha costituito una nuova Commissione elettorale, cancellando quella precedente. I capi del colpo di Stato vogliono cambiare il metodo elettivo, favorendo i piccoli partiti (come quello legato ai militari). La maggior parte dei partiti ha rifiutato. Ma qualche partito democratico ha accettato. Molti osservatori pensano che la giunta terrà elezioni solo quando troverà un nuovo metodo per vincere.
Yangon (AsiaNews) – I leader della maggior parte dei partiti politici hanno deciso di non partecipare al raduno di oggi a Naipyidaw fra la giunta e il nuovo Comitato elettorale da essa composto.
Lo scorso 1° febbraio, con un colpo di Stato, la giunta militare ha preso il potere denunciando illeciti nelle elezioni del novembre scorso in cui il partito dei militari ha guadagnato solo 71 seggi, contro i 396 della Lega nazionale per la democrazia (Ndl), il partito di Aung San Suu Kyi. Il Comitato elettorale di allora ha confermato la vittoria della Ndl, mostrando che i pochi illeciti avvenuti non cambiavano il risultato.
Anche lo Asian Network for Free Elections, un gruppo internazionale di monitoraggio delle elezioni, ha dichiarato cinque giorni fa che i risultati delle elezioni del novembre 2020 sono rappresentativi della volontà del popolo del Myanmar, anche se vi sono stati problemi di voto a causa della pandemia, di servizi internet bloccati e di impossibilità a votare in alcune zone di conflitto.
Nonostante ciò, né la giunta, né il partito dei militari, l’Usdp, continuano a rifiutare i risultati. I capi del colpo di Stato hanno perciò costituito una nuova Commissione elettorale che oggi si è incontrata con loro per decidere nuovi metodi di elezione e nuove date per il voto. Dopo la presa di potere, infatti, la giunta ha giurato di tenere nuove elezioni entro un anno; poi entro due anni. Ma molti osservatori pensano che essa terrà elezioni solo quando troverà un nuovo metodo per vincere.
All’incontro di oggi avrebbero dovuto essere presenti tutti i partiti. E invece vi sono presentati solo l’Usdp e qualche altro piccolo partito. L’Ndl e altri partiti democratici ed etnici hanno boicottato l’incontro. La maggior parte dei leader dell’Ndl del resto, sono prigionieri delle forze di sicurezza, o sono nascosti per evitare gli arresti.
Aung Moe Zaw, leader del Dpns (Partito democratico per una nuova società), ha spiegato il motivo del suo boicottaggio: “Siamo un partito politico che dice sempre di lavorare per il pubblico. Essi [la giunta] stanno uccidendo e arrestando membri del pubblico ogni giorno e minacciano di arrestare perfino noi. Io stesso sono stato accusato di incitamento [alla rivolta]. Penso che per nessuna ragione dobbiamo partecipare a questo incontro”.
Per facilitare i partiti piccoli, la giunta vuole cambiare metodo di elezione, introducendo quello proporzionale rispetto a quello legato alla maggioranza assoluta. Forse è per questo che uno dei leader – non militari –ha voluto prendervi parte. Si tratta dell’attivista democratico Ko Ko Gyi, presidente del People’s Party, sorto nel 1988, al tempo della rivolta delle università. In una recente intervista con la Bbc, egli ha spiegato il valore di tale partecipazione: “Esprimere le nostre posizioni politiche e le nostre vedute”. Ko Ko Gyi afferma che la maggioranza del suo partito è d’accordo con lui. Ma un certo numero di membri di lunga data, compreso il segretario generale Ye Naing Aung, hanno dato le dimissioni dopo questa decisione.
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