Yangon, crescono uccisi e prigionieri. Sta per nascere un governo in esilio
Secondo l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici, fino a ieri sera, sono stati uccisi dalla giunta almeno 726 persone; i prigionieri sono ora 3151. International Crisis Group: il Myanmar è sull’orlo del fallimento. Il CRPH annuncia un governo ad interim formato da parlamentari e rappresentanti delle etnie.
Yangon (AsiaNews) – Con la giornata di ieri, gli uccisi dai militari della giunta sono saliti a 726; coloro che sono stati imprigionati sono ora 3151. Ne dà notizia l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici che compila ogni giorno la lista aggiornata con nomi e dati per ogni vittima.
Oltre agli arresti e gli assassinii compiuti ieri, di cui abbiamo già dato notizia, è importante notare altri due fatti. Il primo, avvenuto a Mandalay, in cui le forze di sicurezza hanno attaccato un’ambulanza che trasportava dei dimostranti feriti, arrestando medici e una paziente. L’altro è l’arresto a Thamine (Insein) di un civile che – come quasi tutte le sere – alle 8 di sera rumoreggiava con padelle e coperchi per esprimere la condanna del colpo di Stato. In più, ogni giorno si registrano arresti di celebrità – attori e cantanti – che hanno osato schierarsi con la popolazione.
Il clima di terrore diffuso dalla giunta non riesce a sottomettere la popolazione, che continua con dimostrazioni, gesti, barricate, sassaiole contro i soldati, molotov e talvolta anche proiettili letali.
Tutto questo, insieme allo sciopero di disobbedienza civile, non fa procedere l’economia. Anche Richard Horsey dell’International Crisis Group ha dichiarato che “il Myanmar è sull’orlo del fallimento”.
L’incapacità della giunta a piegare la popolazione, fa emergere con più forza il valore del CRPH (Committee for Representing Pyidaungsu Hluttaw, Comitato dei rappresentanti della repubblica dell’unione), formato da parlamentari regolarmente eletti e dimessi dal colpo di Stato militare.
Il CRPH ha dichiarato che sta per annunciare un governo ad interim. Tale governo dovrebbe essere composto non solo da membri della Lega nazionale per la democrazia, ma anche da rappresentanti dei gruppi etnici. Il CRPH ha già annullato la Carta costituzionale creata dai militari nel 2008, che dà un enorme potere all’esercito e ai generali e ne ha varata una nuova, chiamata Carta della democrazia federale, in cui assieme all’unità del Paese si difende anche potere e gestione delle risorse da parte delle etnie.
15/04/2021 12:59
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