Yang Tongyan, attivista di piazza Tiananmen, muore di cancro appena uscito dalla prigione
Ad agosto, la diagnosi di tumore al cervello e l’operazione. Gruppi per i diritti umani denunciano: Pechino rilascia gli attivisti a poche settimane dalla morte.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Yang Tongyan, scrittore dissidente di 56 anni, è morto due giorni fa per un tumore al cervello. La malattia gli era stata diagnosticata ad agosto, quando è stato rilasciato dalla prigione di Nanchino, in libertà condizionata per motivi di salute. Il 23 agosto, lo scrittore si è sottoposto a un’operazione per rimuovere il tumore “aggressivo”.
Yang aveva quasi finito di scontare la condanna a 12 anni di prigione per “sovversione”. Vincitore nel 2008 del premio “Pen’s Freedom to Write” e membro del centro cinese indipendente “Pen”, Yang è stato condannato nel 2006 per aver pubblicato alcuni articoli critici del governo. Su di lui pesavano già 10 anni spesi in prigione con l’accusa di crimini “contro-rivoluzionari” dovuti alla sua partecipazione al movimento di Piazza Tienanmen nel 1989.
Né l’ospedale Huashan a Shanghai, che si pensa lo avesse in cura, né gli ufficiali della prigione di Nanchino hanno rilasciato dichiarazioni. La portavoce del ministero degli esteri ha commentato di non essere informata riguardo eventuali richieste di cure all’estero avanzate da Yang.
Gruppi per i diritti umani denunciano il comportamento di Pechino che rilascia gli attivisti in condizioni di salute critiche solo poche settimane prima della loro morte. L’esempio più noto di questo schema è il vincitore del premio nobel Liu Xiaobo, morto quest’estate. Liu non è il primo: nel 2013, Cao Shunli era stata arrestata mentre si dirigeva a Ginevra per un incontro Onu sui diritti umani in Cina. L’attivista è poi morta in custodia, dopo che le erano state rifiutate le cure mediche.
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