Xinjiang, 19 uighuri condannati: “Hanno diffuso l’estremismo su internet”
Pechino (AsiaNews) - Il governo provinciale dello Xinjiang ha approvato una serie di condanne emesse nei giorni scorsi contro 19 membri dell'etnia uighura (maggioritaria nella zona), condannati a pene fino a 6 anni di reclusione per "aver promosso l'odio razziale" e aver "diffuso l'estremismo religioso attraverso internet". Tutti i condannati (tranne uno) provengono dalla parte meridionale della provincia, una delle più accese nel confronto con i cinesi di etnia han.
I giudici hanno giudicato colpevole uno degli arrestati perché ha scaricato dalla Rete "materiale che fomenta il fervore religioso e predica la guerra santa". Un altro avrebbe "diffuso" attraverso internet materiale "che loda l'estremismo religioso e il terrorismo". Secondo il governo centrale cinese, i gruppi uighuri dello Xinjiang hanno rapporti con i militanti dell'Asia centrale e del Pakistan, che li starebbero istruendo su come rovesciare il governo legittimo e crearne un altro indipendente.
Lo scorso aprile una serie di scontri violenti nei pressi di Kashgar - lo storico snodo della Via della Sete - ha provocato 21 morti. Nel luglio del 2009 le violenze fra i due gruppi hanno raggiunto l'apice, con oltre 200 vittime nella capitale provinciale Urumqi e l'esercito dispiegato per le strade in formazioni anti-sommossa.
Gli uighuri sono musulmani e turcofoni: da diversi decenni hanno un rapporto conflittuale con il governo centrale cinese, che in parte non riconoscono. Dopo alcuni tentativi (falliti) di ottenere l'indipendenza come "Turkestan orientale", i leader etnici hanno chiesto a Pechino la possibilità di preservare lingua, cultura e religione locale. Il governo cinese - pur concedendo agevolazioni fiscali e sociali - ha deciso invece di usare la mano pesante e ha lanciato una campagna di controllo e repressione in tutta la zona.