Xi Jinping vuole silenziare i vecchi leader che lo attaccano
Il Partito comunista vieta alla vecchia guardia di fare “discorsi politici negativi” prima del 20° Congresso del prossimo autunno. L’ex premier Zhu Rongji avrebbe criticato il terzo mandato al potere di Xi. Lockdown per il Covid: protestano gli studenti dell’Università di Pechino.
Pechino (AsiaNews) – Il presidente Xi Jinping vuole mettere il bavaglio alla vecchia guardia del Partito comunista cinese che lo critica. Con una serie di regolamenti appena annunciati, l’Ufficio generale del Comitato centrale del Partito ha vietato ai dirigenti in pensione di fare “discorsi politici negativi” prima del 20° Congresso del Pcc, che si terrà in autunno.
La decisione sembra essere arrivata dopo che l’ex premier Zhu Rongji, il vero artefice delle riforme economiche degli anni Novanta, ha criticato la candidatura di Xi a un terzo mandato al potere. Secondo il Wall Street Journal, a marzo il 94enne Zhu avrebbe espresso insoddisfazione per il rinnovo in carica dell’attuale segretario generale del Partito, quando da Mao Zedong in poi tutti i leader si sono limitati a due mandati ciascuno.
La nuova incoronazione di Xi sembra scontata. Il riemergere della pandemia da Covid-19 negli ultimi mesi, insieme al conseguente peggioramento del quadro economico nazionale, potrebbero però indebolire la sua posizione, obbligandolo a fare concessioni ai suoi avversari – con ogni probabilità sulla scelta del nuovo premier.
Zhu non sarebbe solo nell’opporsi alla linea di Xi. Altri vecchi leader, come ad esempio l’ex presidente Jiang Zemin, sarebbero sul piede di guerra. Da qui la stretta dei vertici del Partito ai commenti dei critici interni.
Nel mirino degli oppositori c’è poi la politica “zero-Covid” voluta da Xi, considerata da diversi osservatori – e dall’Organizzazione mondiale della sanità – come “insostenibile”. Dopo aver lanciato l’allarme sull’imminente rallentamento dell’economia in Cina, vedendosi poi bloccare i suoi profili social, il noto economista Hong Hao si è dimesso da ricercatore capo di BoCOM International, il ramo investimenti della statale Bank of Communications, una delle più grandi del Paese.
Il malcontento per la rigide politiche della leadership si diffonde anche tra la popolazione, come testimoniano ad esempio i tanti video di protesta degli abitanti segregati a Shanghai per il Covid. Un altro caso eclatante si è avuto nel weekend, quando centinaia di studenti dell’Università di Pechino si sono rivoltati dopo che le autorità li avevano messi in quarantena nel loro dormitorio per esigenze sanitarie, lasciando però il resto del campus aperto. In segno di protesta, essi hanno abbattuto le barriere metalliche usate per segregarli, facendo poi circolare sul web le immagini.