Xi Jinping negli Usa, “stabilità” prima di tutto
Parafrasando i suoi predecessori, il vice-presidente cinese chiede a Washington di “trattare con discrezione e attenzione” le questioni “fondamentali” per la Cina, ovvero diritti umani e libertà religiosa. Una stoccata anche per le esercitazioni americane nel Pacifico: “Non è quello che vogliamo vedere”. Intanto i leader europei arrivano a Pechino per chiedere aiuto economico.
Washington (AsiaNews) - Il vice-presidente cinese Xi Jinping ha iniziato il suo tour di una settimana negli Stati Uniti. Mentre i leader europei sono a Pechino per chiedere il sostegno della Cina contro la crisi economica, Xi - che con ogni probabilità sarà il prossimo presidente del dragone asiatico - ha chiesto agli americani “misure concrete per promuovere la fiducia reciproca, nello spirito di ottenere benefici bilaterali”.
La visita, annunciata da molto tempo, è la risposta cinese alla settimana trascorsa dal vice-presidente americano Joe Biden in Cina. Appena atterrato, Xi ha partecipato a un incontro con diversi politici statunitensi di alto rango, fra cui gli ex Segretari di Stato Henry Kissinger e Madeleine Albright: “Speriamo che gli Usa possano vedere la Cina in maniera obiettiva e razionale, e che adottino misure concrete per promuovere la fiducia reciproca”.
Parafrasando il presidente cinese in carica Hu Jintao, Xi ha aggiunto: “Washington dovrebbe trattare in maniera propria e con discrezione quelle questioni che riguardano gli interessi principali della Cina. Dobbiamo affrontare frizioni e differenze nella cooperazione economica e commerciale, per costruire una strada conveniente a entrambi, positiva e costruttiva”. Nelle parole dei suoi predecessori, gli “interessi principali della Cina” sono la questione dei diritti umani, della libertà religiosa, il Tibet e Taiwan.
Tuttavia, in un’intervista concessa a un giornale Usa prima della partenza, Xi ha voluto avvertire gli Usa: “Le esercitazioni navali americane nell’area del Pacifico non sono una cosa che vogliamo vedere. Le nazioni della regione non vogliono un’escalation militare: speriamo che gli Stati Uniti vogliano rispettare in pieno gli interessi legittimi delle nazioni dell’Asia-Pacifico”.
Nel corso dei sette giorni di viaggio, Xi visiterà il prossimo giovedì la Casa Bianca, dove ha in programma un colloquio con Barack Obama. Subito dopo partirà per l’Iowa - dove venne ospitato nel suo primo viaggio americano, nel 1985 - e in California, dove incontrerà la comunità di industriali locali e immigrati dalla Cina. Previsti inoltre colloqui con i vertici militari e con Leon Panetta, Segretario americano alla Difesa.
Nel frattempo, a Pechino il premier Wen Jiabao è pronto per incontrare i leader europei in visita ufficiale. Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, e il presidente della Commissione Manuel Barroso dovrebbero discutere di crisi economica, Siria e Iran. Previsto anche un incontro con Hu Jintao per la giornata di domani.
I due leader continentali sperano di convincere Pechino a investire di più nel debito estero europeo. Secondo il portavoce del ministero cinese degli Esteri Liu Weimin “la questione è arrivata a una congiuntura critica. Dato che l’Europa è il maggior mercato mondiale e il primo partner commerciale della Cina, crediamo che sia importante risolvere la situazione”.
La visita, annunciata da molto tempo, è la risposta cinese alla settimana trascorsa dal vice-presidente americano Joe Biden in Cina. Appena atterrato, Xi ha partecipato a un incontro con diversi politici statunitensi di alto rango, fra cui gli ex Segretari di Stato Henry Kissinger e Madeleine Albright: “Speriamo che gli Usa possano vedere la Cina in maniera obiettiva e razionale, e che adottino misure concrete per promuovere la fiducia reciproca”.
Parafrasando il presidente cinese in carica Hu Jintao, Xi ha aggiunto: “Washington dovrebbe trattare in maniera propria e con discrezione quelle questioni che riguardano gli interessi principali della Cina. Dobbiamo affrontare frizioni e differenze nella cooperazione economica e commerciale, per costruire una strada conveniente a entrambi, positiva e costruttiva”. Nelle parole dei suoi predecessori, gli “interessi principali della Cina” sono la questione dei diritti umani, della libertà religiosa, il Tibet e Taiwan.
Tuttavia, in un’intervista concessa a un giornale Usa prima della partenza, Xi ha voluto avvertire gli Usa: “Le esercitazioni navali americane nell’area del Pacifico non sono una cosa che vogliamo vedere. Le nazioni della regione non vogliono un’escalation militare: speriamo che gli Stati Uniti vogliano rispettare in pieno gli interessi legittimi delle nazioni dell’Asia-Pacifico”.
Nel corso dei sette giorni di viaggio, Xi visiterà il prossimo giovedì la Casa Bianca, dove ha in programma un colloquio con Barack Obama. Subito dopo partirà per l’Iowa - dove venne ospitato nel suo primo viaggio americano, nel 1985 - e in California, dove incontrerà la comunità di industriali locali e immigrati dalla Cina. Previsti inoltre colloqui con i vertici militari e con Leon Panetta, Segretario americano alla Difesa.
Nel frattempo, a Pechino il premier Wen Jiabao è pronto per incontrare i leader europei in visita ufficiale. Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, e il presidente della Commissione Manuel Barroso dovrebbero discutere di crisi economica, Siria e Iran. Previsto anche un incontro con Hu Jintao per la giornata di domani.
I due leader continentali sperano di convincere Pechino a investire di più nel debito estero europeo. Secondo il portavoce del ministero cinese degli Esteri Liu Weimin “la questione è arrivata a una congiuntura critica. Dato che l’Europa è il maggior mercato mondiale e il primo partner commerciale della Cina, crediamo che sia importante risolvere la situazione”.
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