West Sulawesi: proteste per medico contagiato
Blocchi alla strada che conduce all’abitazione di un dottorando a Polewali: i vicini chiedono che la quarantena avvenga in ospedale. Si moltiplicano gli episodi di intolleranza verso gli operatori sanitari che hanno contratto il virus. Testimone ad AsiaNews: clima di ostilità. Ad oggi almeno 24 medici e 13 infermieri sono morti per la pandemia.
Jakarta (AsiaNews) - Ancora un episodio di intolleranza in Indonesia verso un sanitario, risultato positivo dopo aver contratto il coronavirus fra le corsie dell’ospedale in cui lavora come dottore. Il fatto è avvenuto il primo maggio a Polewali, nella provincia delle Sulawesi occidentali, con i vicini di casa (nelle foto) scesi in strada a protestare, intimando al medico di lasciare la sua abitazione e “isolarsi” all’interno del nosocomio.
Asrianto, uno dei leader della protesta, teme di essere stato contagiato. “La mia casa - spiega - si trova a soli 50 metri dalla sua”. Pur avendo cercato di placare la deriva violenta della manifestazione, con blocchi alla strada che conduce alla casa del medico, egli chiede che il malato venga trasferito in ospedale per la quarantena.
Episodi di intolleranza non sono rari in Indonesia, dove si è diffuso un panico generalizzato attorno alla pandemia, che ha fermato anche il tradizionale mudik. A metà aprile gli abitanti di un villaggio a Java centrale si erano opposti alla sepoltura di un'infermiera nel cimitero locale.
Interpellata da AsiaNews, una dottoressa conferma il clima di ostilità verso gli operatori sanitari, che lei e il marito - anch’egli medico - hanno sperimentato durante il periodo di convalescenza dopo essere stati infettati: “Ho dovuto solo recuperare le forze, prendendo alcune medicine e vitamine".
Entrambi, come molti altri operatori, hanno contratto il virus da pazienti che non rivelano di essere potenzialmente infetti. Non lo dicono per paura della quarantena, di essere isolati dal mondo o di venire separati dai propri cari, dalla famiglia e dalla propria abitazione. In questo modo, però, la catena di contagio non si interrompe mai.
Una suora di Kalimantan racconta di aver scelto l’auto-isolamento nella casa generalizia dopo essere venuta a contatto con una persona infetta. La religiosa, che è anche infermiera in un’area remota della provincia, ha dovuto compiere un viaggio di oltre sei ore dalla propria casa al luogo scelto per la quarantena. “Mi sono isolata dalle altre - dice - e il cibo e le bevande mi venivano portati fuori dalla stanza, senza contatti né conversazioni con l’esterno”.
Ad oggi sono almeno 24 gli operatori sanitari, fra medici e specializzandi, ad essere deceduti a causa del Covid-19. La maggior parte delle morti è legata all’affaticamento e alla mole di lavoro. Almeno 13 le infermiere decedute. In totale nell’arcipelago indonesiano vi sono quasi 12mila casi di infezione e oltre 860 vittime.
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