West Kalimantan, deforestazione e coltivazioni intensive dietro l’emergenza alluvioni
Un frate cappuccino guida un gruppo di volontari nella distribuzione di aiuti nelle zone più colpite del distretto di Kapuas Hulu. Le piogge, alimentate dalla Niña, non accennano a diminuire. Fra le cause delle inondazioni la progressiva opera di disboscamento nell’area nell’ultimo decennio. Intere foreste sradicate per fare spazio a piantagioni di palma.
Jakarta (AsiaNews) - In molte zone della diocesi di Sintang, nella provincia indonesiana di West Kalimantan, non accenna a fermarsi l’emergenza alluvioni, con molte aree tuttora sommerse da uno o due metri di acqua. Raggiunto da AsiaNews il frate cappuccino Stephanus Paiman, dell’ordine provinciale di Pontianak e attivo nell’area più colpita, sottolinea che le zone a destare maggiore preoccupazione sono concentrate “nel distretto di Kapuas Hulu”, soprattutto “Silat Hulu e Pasar Lanjak”. Il religioso è alla guida di un gruppo di volontari, il Pontianak’s Humanitarian Volunteer Forum (Frkp), che si sta distinguendo in questi giorni nella consegna di aiuti umanitari alle popolazione più danneggiate e prive dei mezzi di sussistenza di base.
Usando canoe a motore, le squadre della Frkp hanno raggiunto le zone più remote e distribuito quanto raccolto in precedenza fra i donatori di Pontianak, in collaborazione con l’università cattolica Widya Dharma (Ukdw), da destinare alla diocesi di Sanggau. “A Putussibau e Kapuas Hulu sono tuttora in corso forti piogge” racconta fratel Paiman, iniziate la scorsa notte e “presenti nella prima mattinata di oggi”; questo potrebbe determinare “un ulteriore innalzamento delle acque”.
L’emergenza è iniziata il 21 ottobre scorso e dopo oltre un mese la situazione resta di emergenza e alcune aree sono inondate. Il presidente indonesiano Joko “Jokowi” Widodo ha riferito la perdita di gran parte del “bacino di raccolta delle acque” a Sintang, annunciando al contempo una imponente opera di riforestazione dopo anni di disboscamento.
Nicodemus Ale, direttore esecutivo di Walhi (una delle più importanti associazioni ambientaliste del Paese) a West Kalimantan, riferisce di diverse concause alla base dell’emergenza: la prima è che la città di Sintang è alla confluenza di quattro grandi fiumi - Melawi, Kapuas, Kayan e Ketungan - che tendono a straripare all’aumentare delle piogge; ad acuire il fenomeno la presenza della Niña, che ha acuito l’intensità delle precipitazioni; infine, la massiccia campagna di deforestazione che ha interessato la provincia di West Kalimantan nell’ultimo decennio, legata soprattutto “alla “conversione di porzioni di foresta a piantagioni di palma (4,4 milioni di ettari), progetti minerari (500 ettari) o industriali (600 ettari)”.
Le alluvioni di novembre nella diocesi di Sintang rappresentano il peggior disastro naturale della regione negli ultimi 40 anni. L’emergenza inondazioni ha riguardato però anche le aree di Palangka Raya, e altre cittadine della provincia di Central Kalimantan; in precedenza le piogge record avevano provocato l’allerta e danni anche a Samarinda, capoluogo della provincia di East Kalimantan e a Banjarmasin, nel South Kalimantan.