West Java, suore contro la corruzione: un seminario per approfondire conoscenze e iniziative
Un gruppo di 36 suore Francescane di Sukabumi ha partecipato a una tre giorni di incontro e confronto. L’evento realizzato dalla Bhumiksara Foundation, in collaborazione con la Conferenza episcopale. Moralità, coscienza e conoscenza contro un fenomeno “rampante” e “dilagante”.
Jakarta (AsiaNews) - Un seminario che ha contribuito a “illuminare” lo sforzo promosso da tempo dalla Chiesa indonesiana contro la corruzione, un fenomeno presente in molti settori e che rischia di “distruggere” la vita pubblica e sociale del Paese. Così suor Ludovica descrive la tre giorni di incontro e confronto promosso dalla Bhumiksara Foundation, in collaborazione con la Conferenza episcopale (Kwi), dedicata alle iniziative in campo per combattere la corruzione. Un evento, aggiunge la religiosa, che potrebbe essere molto utile nel campo della “formazione” delle novizie che desiderano fare il loro ingresso nell’ordine.
L’evento si è tenuto dal 12 al 14 luglio scorso nella casa di riposto di St. Lidwina, a Sukabumi, nel West Java, e ha registrato la partecipazione di 36 suore francescane della città, sotto la guida della superiora regionale suor Marietta. “Infondere questa coscienza sociale nelle giovani - spiega suor Ludovica - è un elemento importante e da affrontare con la massima urgenza”.
Un parere condiviso anche dalla consorella suor Zita, impegnata da tempo nel settore dell’istruzione a Sragen, nello Java centrale. “Serve tolleranza zero contro la corruzione” avverte la religiosa, soprattutto per quanto concerne “l’apostolato” nel settore educativo dove “sono molte le sfide per quanti fanno del bene in società”.
Il seminario sulla corruzione è inserito all’interno delle iniziative promosse dalle suore francescane per il capitolo regionale, iniziato a febbraio e che si concluderà a settembre. L’obiettivo è quello di “rafforzare la morale” delle religiose e fornire loro nuove armi nella lotta contro la corruzione, un fenomeno che spesso vivono nel quotidiano nella loro missione.
A promuovere l’iniziativa è stata la stessa superiora, suor Marietta, che ha voluto un approccio non “intellettuale” ma concreto, basato su esempi che si verificano nella vita di tutti i giorni. Come accade a molti altri operatori del sociale, anche le suore vivono episodi e pratiche che possono sfociare in fenomeni di corruttela; non sono certo rari i casi di richieste di “favoritismo” o di accettare “doni” da parte di genitori alla ricerca di trattamenti particolari per i figli.
Nel corso del seminario è emerso che combattere la corruzione non è un compito facile, a fronte di un fenomeno “rampante” e “dilagante” in società. Per questo la lotta deve iniziare da dentro, essere un richiamo alla moralità, alla coscienza, all’astenersi dal malaffare e dalle pratiche immorali.
Da qui la proposta in quattro punti elaborata da p. FX Adisusanto, membro della Kwi: individuare il problema, analizzarlo sul piano sociale, riflettere e poi agire secondo coscienza. Ai cristiani in particolare, avverte il sacerdote gesuita, è chiesto di “rafforzare la morale nella società”. Una posizione condivisa da Royani Lim, direttore esecutivo della Bhumiksara Foundation, che definisce il seminario una “buona opportunità” per diffondere le conoscenze nella lotta contro la corruzione.
Negli ultimi anni in Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, la Commissione anti-corruzione ha eseguito una serie di operazioni contro bustarelle e malaffare; la Kpk ha mietuto vittime illustri e fatto emergere casi clamorosi nella giustizia, in politica, in economia. Tra i tanti, l'arresto di un ministro e del presidente della Corte costituzionale, lo scandalo che ha investito il mondo del petrolio e gli intrighi che hanno portato alla rielezione dell'ex governatore della Banca centrale. Del resto il tema della corruzione è stato uno degli argomenti chiave delle ultime elezioni generali e presidenziali.