23/04/2012, 00.00
INDONESIA
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West Java, estremisti islamici attaccano una moschea ahmadi

di Mathias Hariyadi
La polizia presidia il luogo di culto, oggetto di un raid lo scorso 20 aprile a poche ore dalla preghiera del venerdì. Non vi sono feriti, ma l’edificio ha riportato gravi danni. Polemiche sulla sicurezza e sulla protezione fornita dalle autorità. Per il ministro degli Affari religiosi la minoranza musulmana eretica va messa al bando.

Jakarta (AsiaNews) - Una folla di estremisti islamici ha assaltato con violenza brutale una moschea ahmadi del villaggio di Cipakat, nella cittadina di Singaparna, nella reggenza di Tasikmalaya, provincia di West Java. La polizia indonesiana ha stanziato i reparti della sicurezza a protezione del luogo di culto e permane una situazione di forte tensione nella zona. Il raid è avvenuto lo scorso 20 aprile, a poche ore dall'inizio della preghiera del venerdì, giorno di festa per i musulmani. Fonti locali riferiscono che all'attacco hanno preso parte almeno 80 persone, affiliate a movimenti estremisti islamici locali; l'edificio è stato più volte colpito con pietre e sassi, mentre alcuni fra gli assalitori hanno fatto irruzione all'interno distruggendo beni e oggetti. Al termine dell'attacco non si sono registrati feriti, ma la struttura ha riportato gravi danni. 

Attivisti per i diritti umani e membri della società civile criticano l'operato della polizia, incapace di "bloccare" gli assalitori e difendere la moschea ahmadi, appartenente alla minoranza religiosa musulmana considerata eretica dall'islam sunnita - e ufficiale - perché non considera Maometto come ultimo profeta. Tuttavia il vice-portavoce nazionale della Polizia gen. Muhammad Taufik respinge al mittente le accuse, aggiungendo che la folla intendeva protestare contro la comunità per gli insegnamenti "illeciti" e una pratica della fede che "devia" dalla dottrina tradizionale.

La controversia scatenata dalla consegna di una lettera formale di protesta all'indirizzo dei rappresentanti della Baitul Rahim Mosque, ha spinto i manifestanti ad attaccare con ferocia il luogo di culto ahmadi, oggetto di lanci di pietre e ripetuti colpi.

Djoko Suyanto, ministro con delega agli Affari legali e alla sicurezza condanna l'incidente e conferma che è in corso un'indagine approfondita per far luce sulla vicenda. Le sue parole non servono però a placare opinione pubblica e attivisti, secondo cui il commento non è "sincero" perché frutto di parole al vento, senza alcuna azione concreta per fermare i violenti.

Il ministro per gli Affari religiosi Suryadharma Ali ha invece diffuso un duro monito contro la minoranza ahmadi, "invitandola" al rispetto della legge indonesiana. Il riferimento è a un decreto ministeriale congiunto risalente al 2008, che dichiara illegale la pratica del culto per la minoranza religiosa e proibisce ogni forma di diffusione della fede. A differenza di altri, il ministro Ali non è visto come imparziale rispetto ai predecessori e più volte ha definito gli ahmadi un movimento "illecito" che va bandito dal Paese.

 

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