21/03/2013, 00.00
INDONESIA
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West Java, cristiani in piazza contro la demolizione di una chiesa e l’arresto di un pastore

di Mathias Hariyadi
Un centinaio di fedeli a Bekasi hanno manifestato in difesa della libertà religiosa. Le autorità intendono demolire il luogo di culto e l’abbattimento è previsto nelle prossime ore. Un pastore denuncia un leader islamico per minacce di morte; viene indagato dalla polizia per “diffamazione” e rischia il carcere.

Jakarta (AsiaNews) - Oggi un centinaio di manifestanti della Huria Kristen Batak Protestant (Hkbp) Setu Church di Bekasi sono scesi in piazza in un sobborgo della capitale, nell'estremo tentativo di salvare il luogo di culto utilizzato da oltre 13 anni per le funzioni religiose.

A poca distanza dalla luogo di culto, circa 200 musulmani lanciavano slogan e canti fra cui "demolite subito questa chiesa" e "sono infedeli e costruiscono chiese senza autorizzazioni".

Le autorità hanno posto da tempo i sigilli all'edificio perché privo - secondo la versione dell'amministrazione locale e di movimenti islamici - dei permessi di costruzione, e assicurano che l'abbattimento verrà eseguito nelle prossime ore. Intanto un pastore della comunità, oggetto in passato di minacce di morte, è finito sotto inchiesta con generiche accuse di "diffamazione".

In Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, la minoranza cristiana è ancora vittima di abusi e violazioni del diritto - sancito dalla Costituzione - alla libertà religiosa. I manifestanti hanno invocato il nome di Gesù e sottolineato che "non facciamo altro che pregare [...] e non commettiamo alcun crimine". Tuttavia, suppliche e appelli non sembrano dare risultati e si fa sempre più concreta l'ipotesi di demolizione della Setu Church di Bekasi, da tempo al centro di una lunga battaglia legale tra fedeli e autorità locali.

Inoltre, nei giorni scorsi la polizia ha confermato l'apertura di un fascicolo a carico del pastore Palti Panjaitan, membro della Setu Church di Bekasi. Egli è incriminato in base all'accusa di diffamazione, per aver denunciato il leader estremista islamico Abdul Azis che lo aveva più volte minacciato di morte in passato.

Nell'aprile 2012 il rev. Panjaitan ha sporto denuncia presso la polizia; nelle settimane successive, gli agenti hanno insabbiato il fascicolo e la vicenda sembrava conclusa. Tuttavia, a dicembre il leader islamico ha presentato una contro-denuncia, in base al reato di diffamazione. La comunità è stata inoltre oggetto di attacchi durante le funzioni religiose svolte sulla pubblica piazza; i fedeli, infatti, non possono pregare perché le autorità hanno bloccato gli accessi al luogo di culto. Ora il pastore è sotto inchiesta e rischia di finire in prigione. 

 

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