Wenzhou, la polizia minaccia i cristiani che vogliono proteggere chiese e croci
Wenzhou (AsiaNews/Agenzie) - La grande manifestazione di protesta dei cristiani della provincia meridionale del Zhejiang contro la campagna di demolizioni delle chiese e di rimozione delle croci dai luoghi di culto, prevista per oggi, sarà con ogni probabilità annullata. Uno dei leader cristiani dell'area spiega che la polizia ha chiamato diversi pastori protestanti e li ha "avvertiti di non unirsi" alla protesta silenziosa organizzata davanti agli uffici del governo della contea di Pingyang, nella municipalità di Wenzhou.
Parlando con il South China Morning Post, un leader cristiano (anonimo) spiega: "Ho ricevuto una chiamata dalla stazione di polizia della contea di Pingyang: mi hanno chiesto se fossi l'organizzatore della protesta prevista per oggi e mi hanno 'spiegato' che questa manifestazione ci metterà tutti nei guai, perché è illegale". Gli agenti hanno chiamato anche diversi altri pastori, per "avvertire" anche loro.
Prima di queste telefonate, i referenti di tutte le 135 chiese cristiane di Pingyang avevano confermato la presenza alla manifestazione: sono tutti membri del Movimento delle Tre autonomie e del Consiglio cristiano di Cina, organi del governo nati per il controllo delle comunità cristiane. Wenzhou ha la più alta concentrazione di cristiani di tutto il Paese.
Nonostante questo, dal gennaio 2014 la campagna "Tre rettifiche e una demolizione" lanciata dal governo ha provocato la demolizione di circa 360 croci o edifici cristiani e l'abbattimento di una chiesa. Secondo i cristiani locali, la campagna è un chiaro esempio di persecuzione religiosa; per il governo locale, l'iniziativa "è mirata contro gli edifici illegali, non solo contro le chiese".
Un altro pastore di Pingyang dice: "La croce è sacra e inviolabile per tutti i cristiani. Per noi è stata un'umiliazione cocente dover vedere la demolizione delle croci dalle nostre chiese. Siamo molto arrabbiati, ma le autorità locali ci hanno avvertito di non mandare alcuna petizione a Pechino e di non parlare con i giornali stranieri. Avevamo deciso per una manifestazione silenziosa proprio perché non abbiamo altre strade".
Un terzo leader cristiani dice: "Abbiamo mandato più volte alcuni rappresentanti a cercare di trovare un negoziato con le autorità, chiedendo loro quali regole le nostre chiese abbiano violato e dando la nostra disponibilità a correggere gli errori. Ma tutte le nostre richieste si sono scontrare con un muro di silenzio".
La comunità cristiana si dice oggi pronta a continuare a proteggere le croci, ma una fonte vicina al governo della contea spiega che un leader provinciale visiterà la zona il 28 giugno per controllare la situazione delle croci che violano i regolamenti: "Ecco perché il governo e la polizia ci controllano così da vicino. Ma siamo impegnati a proteggere le nostre croci. Le toglieremo dalle nostre chiese quando il Partito leverà la bandiera comunista dai suoi edifici".