07/08/2013, 00.00
SRI LANKA
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Weliweriya, cercano rifugio in chiesa: manifestanti falciati dall’esercito

di Melani Manel Perera
Dopo una settimana di proteste pacifiche per chiedere acqua potabile, il governo invia i soldati a Weliweriya per fermare le proteste. I militari sparano ad altezza uomo, uccidono 3 giovani e ne feriscono altri 45. Minacciate di morte le suore del Buon Pastore, che cercavano di proteggere i ragazzi in fuga. Il parroco di s. Antonio: “Un atto terrificante”.

Colombo (AsiaNews) - La popolazione del villaggio di Weliweriya è "ancora sotto choc" dopo l'aggressione compiuta dall'esercito contro i giovani che manifestavano per chiedere al governo acqua potabile e la fine dell'inquinamento ambientale. I soldati hanno sparato contro la chiesa di s. Antonio e il convento adiacente del Buon Pastore, arrivando a puntare il mitra contro il petto della madre superiora per costringerla a consegnare i responsabili della protesta. Nel corso degli scontri sono morti 3 ragazzi, uccisi da colpi di arma da fuoco mentre cercavano rifugio in chiesa.

La protesta della popolazione si è conclusa con un bagno di sangue lo scorso 1 agosto, dopo una settimana di sit-in pacifici per chiedere alle autorità di chiudere una fabbrica tessile che inquina i corsi d'acqua ed esaminare il livello di tossicità dell'acqua. Incapace di sedare la manifestazione, la polizia ha chiesto l'intervento dell'esercito. Una volta giunti sul posto, i militari hanno allontanato i media e chiesto alle persone di tornare a casa. In un primo momento si pensava che gli scontri fossero finiti con 1 morto e 15 feriti. Oggi sono arrivati i dati aggiornati di questa atrocità.

Le vittime sono: Akila Dinesh (buddista di 17 anni), che è stato cremato con rito religioso lo scorso 5 agosto; Ravinash Perera (cattolico di 18 anni) i cui funerali si svolgeranno questa sera a Weliweriya (v. foto); Nilantha Pushpakumara, 29 anni e padre di un bambino di un anno, che è riuscito a chiamare la moglie dalla chiesa di s. Antonio prima di essere ucciso. Altre 45 persone sono rimaste gravemente ferite.

Diversi testimoni oculari confermano ad AsiaNews che i soldati hanno sparato contro la folla e hanno inseguito un gruppo di giovani fino alla chiesa del Buon Pastore: qui hanno iniziato a sparare contro il muro per intimidire i presenti. Tra gli assalitori c'erano poliziotti, militari, la task force speciale del governo e persino la Brigata 58, di stanza nel Nord del Paese durante la guerra contro i ribelli tamil.

Gli abitanti denunciano tattiche da guerriglia: "Sono arrivati con la luce del sole ma avevano delle torce speciali. A che servivano?". Secondo alcuni testimoni, i soldati hanno sparato di proposito ai lampioni e distrutto il generatore locale proprio per far calare il buio assoluto sulla zona: approfittando di questo, hanno lanciato una vera e propria caccia all'uomo.

Alcuni ufficiali hanno chiesto a suor Kanthi, madre superiora del convento, "dove fossero i manifestanti". La religiosa ha risposto che non erano in chiesa, dove i presenti "stanno soltanto pregando il rosario". I militari hanno minacciato la suora con il mitra contro il petto e l'hanno insultata: "Siete sempre voi cattolici a fare queste cose". Ad AsiaNews, suor Kanthi dice: "Non possiamo tollerare questi assalti contro giovani innocenti. Urlavano dalla paura e dal dolore, mentre i soldati continuavano a picchiarli. Non abbiamo mai visto cose del genere, sembrava una piccola guerra. Non so più neanche quanti rosari abbiamo recitato per cercare di far fermare quella tragica notte".

Il parroco di s. Antonio, p. Lakpriya Nonis, dice: "Dio ha dato a tutti gli esseri umani la stessa vita. Noi condanniamo con forza queste uccisioni e questi assalti, compiuti da uomini contro altri uomini. In modo particolare fa impressione che siano stati braccati fin dentro la chiesa, dove cercavano rifugio".

Jagath Ananda Silva, segretario generale del sindacato indipendente degli insegnanti, aggiunge: "Qualunque questione si può risolvere tramite il dialogo, ma il governo ha scelto di non ascoltare e questo ha creato una tragedia. Anche se ci fossero state provocazioni da parte dei manifestanti, uno Stato non può mandare l'esercito a sparare. Si tratta di un atto inumano e brutale, che nessuno potrebbe tollerare".

 

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