Wang Qishan in silenzio sulla ‘guerra dei dazi’. Una lotta al vertice del Partito
Pur avendo molti amici nella Casa Bianca e a Wall Street, il vice-presidente sembra lontano dalla guerra commerciale fra Usa e Cina. Ma forse sta preparando il suo ritorno, dopo che la Cina perderà la “guerra”. A spingere Xi Jinping allo scontro vi è la classe politica corrotta, che ha guadagnato molto dalla mancanza di leggi nel Paese e non vogliono riforme economiche e legislative.
Pechino (AsiaNews) – Proprio oggi la Cina ha depositato presso l’Organizzazione mondiale del commercio una denuncia contro la decisione di Donald Trump di imporre nuove tariffe su 200 miliardi di prodotti cinesi, che potrebbero causare grandi difficoltà economiche e azzoppare lo sviluppo tecnologico della Cina.
La velocità della denuncia – tenendo conto che le nuove tasse sarebbero imposte da settembre – indica la delicatezza e la fragilità della situazione cinese. Ma tale fragilità non è solo economica. Attorno alla “guerra dei dazi” si sta giocando una guerra di potere al vertice, fra Wang Qishan, uno dei vice-presidenti e già capo della Commissione anti-corruzione, e Xi Jinping, come mostra l’articolo che presentiamo, a firma del noto dissidente in esilio negli Usa, Wei Jingsheng. Vi sono altri segnali di una guerra al vertice: per alcuni giorni consecutivi, nella prima pagina del “Quotidiano del popolo”, organo del Partito comunista cinese, non sono comparse notizia riguardanti Xi . Di norma, le notizie su di lui sono sempre in primo piano. Inoltre, vi sono voci che le autorità avrebbero ordinato di ritirare le immagini e i poster di Xi appesi nei luoghi pubblici. Va aggiunto che – secondo diverse testimonianze - un paio di giorni fa, una persona vestita in nero è entrata nello studio del telegiornale unificato della Televisione centrale cinese proprio mentre era in corso il notiziario. Da allora i titoli e lo spazio dato alle notizie su Xi sono stati ridotti e semplificati. In molti in Cina si attendono a breve una rapida ridistribuzione del potere all'interno del Partito. Tale ridistribuzione sarebbe sfavorevole allo stesso Xi. Come mostra l’articolo di Wei Jingsheng, nella “guerra dei dazi”, Xi si troverebbe alleato alla cricca dei corruttori che egli ha sempre combattuto, e che fanno affari sfruttando la mancanza di leggi e regole nel Paese.
Di recente, guidati dai media britannici [la Reuters], molti media stranieri stanno riflettendo sul perché Wang Qishan, il famoso “capitano pompiere” si tiene fuori dalla guerra commerciale e sembra scomparso. Essi dicono anche che Wang è il più dotato [nell’economia] ed anche il più leale con Xi Jinping. Vi sono anche voci che gli Stati Uniti intendono invitare Wang Qishan per rimpiazzarlo con Liu He nel negoziare con loro. In breve: è partita una campagna di adulazione per Wang Qishan.
Ciò è forse a causa del fatto che Wang Qishan ha coltivato interessi e legami con Wall Street, così che i suoi vecchi amici vogliono rimetterlo al vertice del potere? Tutto ciò è difficile da affermare, perché non riusciamo ad avere prove schiaccianti, che potrebbero portare persone davanti ai tribunali. In ogni modo, cinesi e stranieri credono che poiché Wang Qishan ha molti amici nella comunità finanziaria internazionale, egli potrebbe in una certa misura influenzare le decisioni degli Stati Uniti. E questo è un fatto indisputabile, dato che almeno la metà dello staff della Casa Bianca di Donald Trump proviene da Wall Street.
In ogni caso, l’articolo pubblicato da Reuters, sbaglia su un punto: Wang Qishan non è in realtà così leale con l’imperatore Xi Jinping. Durante il 19mo Congresso del Partito comunista cinese, Wang è stato battuto da Xi: come un capro espiatorio, egli è stato dimesso da tutte le posizioni importanti e ha mantenuto solo la tessera del Partito. Questo torto non scomparirà con facilità. Se egli emergesse adesso come “capitano pompiere” [a “spegnere” il fuoco della disputa Cina-Usa] sarebbe una conferma del suo infimo status. Questa è una delle ragioni per il suo “scomparire”.
In secondo luogo, anche se Wang Qishan venisse fuori ora, è impossibile spegnere il fuoco. In questo momento l’auto-celebrazione di Xi Jinping è al suo culmine ed egli non ha alcuna intenzione di venire a dialogo con gli Usa. Xi Jinping continuerà ad azzuffarsi con gli Usa e pensa che sia buono così anche per se stesso. In tal modo, Wang Qishan non può emergere come negoziatore. Se Wang Qishan andasse a negoziare, sarebbe una sconfitta umiliante, come quella di Liu He. Perché mettersi in una posizione scomoda? Sembra dunque che Wang sia ancora coi nervi saldi.
Tempo fa, Wang Qishan ha avuto dialoghi segreti con molti politici e businessmen americani, sperando di conoscere le carte in mano agli Usa. Egli ha cercato di determinare se le richieste base degli Usa e quelle della Cina potrebbero incontrarsi in qualche punto. Di certo, la conclusione è stata che le differenze sono troppo grandi per essere riconciliate, e così è meglio non toccare questa patata bollente. Altrimenti sarebbe un’offesa a Xi Jinping, ma ancora più terribile, sarebbe un’offesa per i corrotti rappresentanti in Cina. Il suo intelligente modo di fare è di stare sulla montagna e guardare le tigri combattere. Quando Donald Trump batterà Xi Jinping, sarà il turno di Wang di scendere dalla montagna e cogliere le pesche mature.
Xi Jinping è così stupido da pensare di poter vincere la guerra commerciale [con gli Usa]? Io non penso che egli sia così stupido da non essere capace di vedere una cosa ovvia. Ma l’opinione pubblica cinese infiammata di nazionalismo preme alle sue spalle e così egli non si può ritirare. Se va avanti, muore. Se torna indietro, sarà calpestato. Così, egli non può fare altro che combattere e andare avanti.
I corrotti burocrati hanno soffiato sul diabolico vento del “la mia nazione, grande e aggressiva”, col proposito di prevenire Xi Jinping dal ritirarsi. Ora Xi è legato con questi corrotti che si sono arricchiti in grande. D’altra parte, questi corrotti burocrati e approfittatori non possono nemmeno loro ritirarsi: essi si sono abituati a guadagnare profitti eccessivi con un commercio ingiusto, specie in un sistema politico [come quello cinese] in cui il pesce grosso mangia il pesce piccolo, o magari il pesce piccolo mangia il pesce grosso …
Lo scopo degli Stati Uniti è un commercio più giusto. Ciò esige la riforma di un ingiusto sistema legale. Al presente, nell’anarchico modo di applicare la legge in Cina è impossibile garantire un commercio giusto. Burocrati corrotti e approfittatori si sono uniti allo scopo di garantire questo sistema politico senza legge. Per questo essi non accettano delle riforme reali. Tutto ciò lederebbe ai loro interessi fondamentali e potrebbe perfino portarli in prigione o alla morte.
Molti amici sono interessati a sapere come slegare questo nodo gordiano. Gli Stati Uniti hanno un vantaggio assoluto, per cui è impossibile per loro arrendersi. La mossa di comprare rappresentanti del governo Usa e membri del Congresso è fallita, ed entrambi i partiti sostengono unanimi la guerra commerciale. L’idea di comprare l’Unione europea e il Giappone nello sforzo di unirsi insieme contro gli Stati Uniti, è stata rifiutata con imbarazzo. L’unica via che rimane è attaccare le compagnie Usa in Cina. Questa mossa che danneggia, potrà solo forzarle ad andar fuori dalla Cina o ritornare negli Stati Uniti. Così, questi vedranno incrementare l’impiego, la Cina vedrà aumentare la disoccupazione. Mi domando chi stia punendo chi… Mi vergogno davvero di Xi Jinping e dei suoi consiglieri, ritardati mentali.
Al presente vi è solo un metodo per risolvere questo problema ed è far ripartire ogni cosa dopo un colpo di Stato. Riformare il sistema legale con una nuova visione e giungere a un commercio giusto e normale in casa e all’estero. In tal modo, tutti saranno felici, le dispute commerciali potranno essere risolte e potremo giungere a uno sviluppo sostenibile.
14/05/2019 08:50
02/08/2018 11:54
30/07/2018 11:16