Vittima di violenze, coppia di artisti cattolici dello Sri Lanka perdona i propri aguzzini
Colombo (AsiaNews) - "Abbiamo deciso di perdonare in nome di Gesù Cristo, che ha donato la sua esistenza per permetterci di godere della bellezza della vita" in Lui. Un'assoluzione concessa "con la profonda consapevolezza" che "i nostri assalitori ci hanno privato di tutti i nostri beni materiali, ma certo non della nostra fede in Cristo". Rookantha e Chandraleka (nella foto) sono una coppia di cantanti assai popolari e di lungo corso in Sri Lanka; cattolici devoti, oggi vivono negli Stati Uniti dopo essere stati vittima di un gravissimo episodio di violenza e privazione in patria, avvenuto il 26 gennaio 2000. A distanza di anni i due hanno visti riconosciuti i loro diritti e , il Primo agosto, un tribunale ha emesso condanne pesanti a carico degli autori materiali del gesto. Al di là giustizia terrena e della volontà di essere risarciti, per la coppia cattolica quello che conta è il valore supremo del perdono.
Protagonista del raid "punitivo" nella casa di Rookantha e Chandraleka, una decina di funzionari del Dipartimento presidenziale della sicurezza (Psd), che hanno agito per "vendetta politica" nei confronti della famiglia. I fatti risalgono a fine gennaio del 2000: il commando ha fatto irruzione armi in pugno nella loro abitazione a Mattegoda, sobborgo di Colombo, minacciando gli occupanti di "distruggere tutto".
I membri della divisione sicurezza dell'allora presidente Chandrika Bandaranayaka hanno compiuto una vera e propria razzia, intascandosi gioielli, preziosi, auto e un'ingente somma di denaro. Hanno poi cosparso i loro corpi di benzina e minacciato di appiccare il fuoco; quindi hanno tagliato i capelli a Chandraleka, minacciandoli nuovamente prima di fuggire davanti ai loro due figli di otto anni e di due anni e mezzo. Alla base della violenza, il fatto che la popolare coppia di cantanti simpatizzasse per il principale partito di opposizione, lo United National Party (Unp).
Dopo 13 anni, nei giorni scorsi l'Alta corte di Panadura ha emesso la sentenza di condanna a carico di 10 persone, tutti membri del Psd protagonisti dell'assalto. Per nove di loro la pena è di quattro anni e sei mesi di carcere duro, cui si aggiunge una somma di denaro a titolo di risarcimento. Per il decimo componente del gruppo, oggi disabile, la pena è di quattro anni e sei mesi di prigione.
A fronte di un verdetto di condanna la coppia cattolica srilankese afferma di aver perdonato gli autori del raid, pur senza aver dimenticato le sofferenze e le paure vissute. "Non auguriamo loro di soffrire - raccontano ad AsiaNews - ma rispettiamo la decisione dei giudici e la accogliamo con favore, anche se sono trascorsi 13 anni dai fatti". Rookantha e Chandraleka spiegano che nel perdono sono racchiusi "gli insegnamenti e la parola di Gesù" quando era sulla Croce: "Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno (Lc, 23:34). "Il perdono concesso a fronte di un fatto grave - aggiungono - è un vero perdono e lo facciamo da cristiani. Dopo l'assalto, assieme ai figli ci siamo inginocchiati e abbiamo pregato. E abbiamo chiesto a Dio di donarci la forza per 'bere l'amaro calice' e andare avanti".