Violenze etniche nell'Henan: 148 morti
Pechino (AsiaNews/Agenzie) Migliaia di poliziotti vigilano le strade che portano a un villaggio dell'Henan (Cina centrale), dopo gli scontri violenti fra gruppi della maggioranza Han e della minoranza musulmana Hui. Secondo testimoni, vi sono stati centinaia di morti e feriti, case bruciate e una fabbrica in fiamme. Le autorità hanno imposto la legge marziale e il silenzio stampa.
Un diverbio fra automobilisti sarebbe alla base delle violenze: testimoni affermano che gli scontri sono scoppiati a Nanren sulla sponda meridionale del fiume Giallo in seguito ad una lite fra gruppi della comunità Han e autisti della minoranza musulmana Hui. Le autorità locali hanno imposto il silenzio stampa sulla vicenda, ma ulteriori particolari emergono da un servizio del New York Times: secondo fonti del quotidiano USA venerdì scorso un autista Hui avrebbe investito e ucciso una bambina di 6 anni della comunità Han, scatenando l'ira dei familiari. Gli abitanti di un villaggio Han, per rappresaglia, hanno attaccato il gruppo di camionisti: più di 10 mila persone hanno preso parte agli scontri. Nel corso della battaglia sono state bruciate diverse case e una fabbrica di mattoni; il bilancio finale, secondo il quotidiano americano, è di 148 morti.
"Le persone sono spaventate afferma un testimone nessuno osa uscire di casa e andare al lavoro. Anche il trasporto pubblico è stato bloccato".
Fonti locali affermano che sono rari gli episodi di violenza fra le due comunità. La minoranza Hui composta da oltre 8 milioni di individui discende dai commerciati arabi e persiani ed è fra i gruppi etnici meglio inseriti in Cina. Negli ultimi tempi la tensione è aumentata a causa del divario socioeconomico fra le due etnie. Insoddisfazione e risentimento sono in continua crescita, in particolare nelle aree rurali dove regnano povertà e corruzione: per arginare gli scontri le autorità locali hanno introdotto la legge marziale.