Vienna, tre giorni di lutto nazionale per l’attentato terrorista rivendicato dallo Stato islamico
L’attentatore era un giovane di 20 anni, Kujtim Fejzulai, che aveva stretto alleanza con l’organizzazione islamista. Aveva anche cercato di andare a combattere in Siria. Era riuscito a convincere le autorità di essersi de-radicalizzato. Arrestate 14 persone. In Austria vi è buona integrazione dei musulmani. Il telegramma del papa al card. Schönborn.
Vienna (AsiaNews/Agenzie) – Da oggi nel Paese sono iniziati tre giorni di lutto nazionale, con le bandiere a mezz’asta, per fare memoria dei quattro uccisi nella zona centrale della città in un attacco terrorista che è ormai con evidenza definito “islamista”.
L’autore, ucciso dalla polizia in uno scontro a fuoco, era un 20enne, Kujtim Fejzulai, nato a Vienna, da genitori albanesi della Macedonia del Nord. A 18 anni cerca di andare in Siria come combattente, ma viene arrestato in Turchia nel 2018, su denuncia di sua madre. Condannato a 22 mesi di prigione in Austria, è stato liberato nel dicembre 2019 per buona condotta. Mesi fa, Kujtim Fejzulai era perfino riuscito a convincere i suoi controllori e un’associazione per la de-radicalizzazione che lo seguiva che egli aveva abbandonato l’islamismo. In ogni caso, egli è riuscito a fare alleanza con l’organizzazione dello Stato islamico (SI) e a procurarsi armi e machete per compiere quello che il cancelliere Sebastian Kurz ha definito “il primo attentato islamista in Austria”. Ieri lo SI ha rivendicato l’attentato pubblicando un video in cui il giovane, che si fa chiamare “Abu Dujana Al-Albani”, presta alleanza all’organizzazione terrorista.
Intanto, la polizia, mediante raid e perquisizioni, ha fermato 14 persone A Vienna, St Pölten e a Linz. Arrestati anche due cittadini svizzeri – due uomini di 18 e 24 anni – a Winterthur vicino a Zurigo, sospettati di legame con l’assassino.
Molti nel Paese si domandano come sia stato possibile che il giovane sia riuscito a ingannare le autorità sulla sua de-radicalizzazione, e come sia stato possibile esprimere odio cieco contro persone comuni. In Austria, a differenza che in Francia, i musulmani sono ben integrati nella società. A titolo di esempio, il ministro degli interni, Karl Nehammer, ha citato l’aiuto che due cittadini di origine turca hanno offerto a un poliziotto ferito nell’attacco.
Una delle vittime era proprio un nord-macedone, giunto nel Paese per fare fortuna. “Se pensano– ha detto Nehammer - che essi possono dividere la nostra società con la violenza, il terrore e la paura, è importante stare insieme”.
Ieri pomeriggio, papa Francesco, attraverso il card. Pietro Parolin, Segretario di Stato, ha inviato un telegramma di cordoglio al card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna. Il testo dice: “Profondamento colpito, il Santo Padre Francesco ha appreso la notizia degli atti violenti a Vienna che hanno portato morte e dolore a persone innocenti. Sua Santità esprime la sua profonda partecipazione ai familiari delle vittime e a tutto il popolo austriaco, è inoltre vicino ai feriti e prega per la loro pronta guarigione. Papa Francesco affida le vittime alla misericordia di Dio ed implora il Signore, affinché cessino violenza e odio e venga promossa la convivenza pacifica nella società. Di cuore Sua Santità accompagna quanti sono stati colpiti da questa tragedia con la sua Benedizione”.
29/10/2020 11:19
29/10/2020 14:41