Vienna, diplomazia internazionale al lavoro per salvare l’accordo sul nucleare iranian
I delegati di Iran, Europa, Cina e Russia si incontrano oggi nella capitale austriaca. Si tratta del primo incontro fra i Paesi firmatari dopo la decisione di Washington di cancellare il Jcpoa. Gli esperti Aiea confermano (ancora una volta): Teheran rispetta i patti. Riserve di uranio sotto i 300 kg.
Vienna (AsiaNews/Agenzie) - I delegati di Iran, Europa, Cina e Russia si riuniscono oggi a Vienna (in Austria) dietro richiesta di Teheran, per fare il punto sugli sforzi in atto per salvare l’accordo sul nucleare (il Jcpoa) del 2015. Un nuovo tentativo della diplomazia internazionale, in risposta alla decisione del presidente Usa Donald Trump di cancellarlo e introdurre “le sanzioni più dure della storia" contro la Repubblica islamica.
Per la prima volta dall’entrata in vigore, la riunione della commissione congiunta incaricata di supervisionare l’applicazione del testo si terrà senza la presenza di Washington, ritirata l’8 maggio scorso. Le altre nazioni si sono lanciate in una “maratona diplomatica” per salvaguardare i contenuti del testo, in particolare la natura “pacifica” del programma atomico degli ayatollah. Bruxelles, Pechino e Mosca credono con forza nel valore dell’accordo e stanno intensificando gli sforzi perché Teheran mantenga i propri impegni. Alla vigilia dell’incontro alcuni diplomatici iraniani hanno ricordato che la riunione verterà sul testo vigente; porte chiuse, dunque, a un possibile allargamento della discussione e alla stesura di un nuovo documento, con modifiche.
Dall’entrata in vigore dell’accordo, gli esperti dell’Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) hanno certificato a più riprese che l’Iran sta rispettando i punti dell’intesa. L’ultimo di questi rapporti (primo dopo la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi) è stato diffuso nei giorni scorsi e mostra che le riserve di uranio arricchito dell’Iran sono rimaste al di sotto dei 300 chilogrammi consentiti. Nel documento, l’Aiea precisa inoltre che il reattore ad acqua pesante di Arak, che avrebbe potuto produrre plutonio per scopi militari, non è stato ulteriormente sviluppato. Tuttavia, gli esperti “incoraggiano” Teheran “ad andare oltre i requisiti” posti dal patto del 14 luglio 2015, al fine di migliorare la fiducia della comunità internazionale verso la Repubblica islamica.
Nei giorni scorsi l’Iran ha detto di aspettare “misure effettive” da parte dei Paesi europei, per decidere se l’accordo potrà essere salvato; in caso contrario Teheran è pronta a rilanciare il programma di arricchimento dell’uranio a un “livello industriale”.
22/05/2018 12:03