Vienna, Iran e potenze mondiali cercano di salvare l’accordo nucleare dopo il ritiro Usa
Nella capitale austriaca in programma un vertice a livello di ministri degli Esteri. Teheran chiede rassicurazioni a livello economico e commerciale per mantenere gli impegni sottoscritti. Rouhani: le misure prese finora “non soddisfano” le richieste. Ministro cinese: inviare un “segnale unitario” sulla volontà di “rispettare l’accordo”.
Vienna (AsiaNews/Agenzie) - Questa mattina a Vienna, in Austria, si incontreranno i ministri degli Esteri di Teheran e delle cinque potenze (Cina, Russia, Gran Bretagna, Francia più la Germania) che avevano sottoscritto l’accordo sul nucleare (Jcpoa), nel tentativo di salvare il patto, dopo la decisione degli Stati Uniti di cancellarlo e introdurre al contempo le sanzioni più dure della storia contro l’Iran.. La Repubblica islamica chiede ampie rassicurazioni a livello economica e commerciale per mantenere gli impegni sottoscritti.
Tuttavia, alla vigilia dell’incontro il presidente Hassan Rouhani ha riferito all’omologo francese Emmanuel Macron che le misure economiche prese dall’Europa non sono sufficienti per Teheran. Il leader iraniano, che in settimana ha visitato il continente alla ricerca del sostegno dei vertici Ue, ha riferito all’Eliseo che il pacchetto offerto “non soddisfano tutte le richieste”.
Abbandonando l’accordo nel maggio scorso, Washington ha intimato a tutti i Paesi firmatari del Jcpoa di cancellare ogni forma di investimento con la Repubblica islamica e di interrompere l’acquisto di petrolio a partire da novembre. Diversa l’opinione degli altri cinque membri, che a parole vogliono mantenere in vita il patto ma non sembrano in grado di fermare la fuga di aziende e investitori dall’Iran nel timore di rappresaglie Usa.
Nel contesto dell’incontro di oggi a Vienna si parlerà delle offerte messe in campo dall’Europa per salvaguardare il patto nucleare. Il vice-ministro russo degli Esteri Sergei Ryabkov auspica che i colloqui diano un “impulso” alla protezione degli interessi dei singoli attori. Il collega cinese Wang Yi aggiunge che l’incontro invierà “un segnale unitario e determinato” al mondo che le parti coinvolte “continueranno a rispettare l’accordo”.
Dalla decisione Usa di ritirarsi, la moneta iraniana ha subito un crollo verticale, i prezzi sono aumentati e il Paese ha registrato proteste di piazza e scioperi assenti a lungo. Rouhani, fra i grandi artefici con l’ex presidente Usa Obama della firma, è oggetto di durissimi attacchi sferrati dalla fazione interna ultra-conservatrice.
Nei giorni scorsi il capo dell’agenzia Onu per il nucleare (Aiea) Yukiya Amano ha sottolineato che Teheran continua a rispettare alla lettera gli accordi previsti dal patto. Durante un colloquio con lo stesso Amano il presidente iraniano ha definito le sanzioni Usa “un crimine e una aggressione” contro la quale le altre nazioni firmatarie sono chiamate a “resistere”.
24/03/2021 11:27
03/12/2020 08:51