Vescovo di Vasai: Battesimi a Pasqua, la primavera della Chiesa
Mumbai (AsiaNews) – Durante la veglia di Pasqua, la diocesi di Vasai (Maharashtra) celebrerà la resurrezione del Signore con tanti battesimi di adulti. Ad AsiaNews il vescovo Felix Machado lascia una riflessione sul Triduo pasquale e sul significato del perdono per i cristiani. (Traduzione a cura di AsiaNews)
Dal punto di vista umano, la sofferenza non può essere spiegata. Noi cristiani siamo fortunati perché Cristo non solo ci ha insegnato il significato di redenzione della sofferenza, ma [ce lo ha mostrato] anche con l’esempio, ed è quello che noi stiamo celebrando. La sofferenza va oltre la comprensione umana, dato che per noi non ha senso altrimenti. Ma abbiamo la fede della Chiesa per scoprire di essere in unione con il Signore, [e capire] il senso della [sua] sofferenza.
Non dovremmo perdere la speranza: [quando] vedremo Gesù adorato e crocifisso, Egli ci libererà dall’insensatezza della sofferenza.
L’ingiustizia e le azioni vergognose compiute non saranno dimenticate, Dio giudicherà ogni cosa, ogni centesimo verrà contato.
Guardate il Cristo crocifisso, egli non ha proferito una parola, non ha mai serbato rancore, non si è mai vendicato. Perché Egli ha detto “Padre perdonali”?. Questo ci rende ancora più entusiasti di diffondere il messaggio di perdono. Ciò non significa che siamo passivi dinanzi alle ingiustizie che ci capitano. Il messaggio della croce è molto potente. Se la gente pensa che noi prendiamo le armi, che moltiplichiamo i nostri numeri per combattere [sbaglia], [perché] questo non ci renderebbe cristiani. La Chiesa ha già fatto abbastanza, noi lo stiamo facendo nel modo più cristiano. Dovremmo fare un auto-esame e valutare come stiamo conducendo la nostra vita cristiana. La Chiesa ci ha dato un modo molto maturo di vivere la nostra vita cristiana e portare avanti la nostra missione.
Nell’insegnarci come pregare Dio, il nostro Signore Gesù Cristo ci ha fatto dire che desideriamo il perdono come noi perdoniamo il prossimo: “E perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo a ogni nostro debitore” (Lu 11:4). E se osservare questa legge a volte è difficile, per aiutarci a superare la difficoltà abbiamo non solo l’assistenza tempestiva della grazia del nostro divino Redentore, ma anche il Suo esempio. Per noi Egli è stato crocifisso, per questo ha chiesto scusa a Suo Padre per quelli che lo avevano torturato con ingiustizia e malvagità: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lu 23:34).
Noi allora dovremmo essere i primi a imitare la pietà e l’amorevole gentilezza di Gesù Cristo, i cui vicari, senza alcun merito personale, siamo noi; con tutto il nostro cuore, e seguendo il Suo esempio, perdoniamo tutti i nostri nemici che consapevolmente o inconsapevolmente hanno accumulato e stanno ancora accumulando sulla nostra persona e la nostra opera ogni sorta di critica, e abbracciamoli tutti con la nostra carità e benevolenza, e non trascuriamo alcuna possibilità di fare loro tutto il bene che è in nostro potere. Questo è davvero ciò che i cristiani, meritevoli di essere così chiamati, fanno per quelli che, durante la guerra, hanno fatto loro qualcosa di sbagliato.
Alla veglia di Pasqua si celebreranno battesimi di adulti in una parrocchia della nostra diocesi: questi avverranno solo dopo aver frequentato il corso e aver firmato un affidavit. La Chiesa non attrae né forza nessuno alla fede. È straordinario che tanti adulti abbiamo richiesto di abbracciare la fede [cristiana]. Come arcivescovo, è molto rincuorante vedere persone in cerca di Dio e che hanno avuto un incontro con Cristo, venuti liberamente a chiedere di essere battezzati. Il Rito di iniziazione cristiana degli adulti (Rica) dura circa un anno, e queste persone sono affamate di conoscere la fede.
Questi battesimi ci rendono anche orgogliosi come indiani della nostra Costituzione, che garantisce libertà religiosa. Di recente ci sono state molte accuse di conversioni forzate ed è fondamentale che, se da una parte nessuno dovrebbe essere costretto a cambiare religione, dall’altra [chi lancia queste accuse] dovrebbe dire che anche noi diciamo che nessuno deve essere forzato a convertirsi contro la propria volontà.
Il diritto alla libertà religiosa è a doppio senso: nessuno dovrebbe essere forzato contro la propria volontà, ma nessuno dovrebbe essere fermato se vuole convertirsi. Sono orgoglioso di essere indiano.
Questi battesimi sono la primavera della Chiesa.
*vescovo di Vasai e presidente dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Federazione delle conferenze episcopali asiatiche (Fabc)
(Ha collaborato Nirmala Carvalho)