Vescovo di Niigata: Il Papa ci ha incoraggiati sulla nostra strada, un incontro benedetto
Città del Vaticano (AsiaNews) - Quello con il Santo Padre è stato un incontro fraterno e un momento di condivisione della nostra missione in Giappone. Invece di incontrare i singoli vescovi in maniera separata il Papa, questa mattina, ha invitato tutti e 16 i presuli al momento al lavoro in Giappone per un incontro durato più di un'ora. Non è stato, come mi aspettavo, uno scambio formale di complimenti. Il Santo Padre ha iniziato l'incontro chiedendoci di condividere con lui le nostre esperienze e le difficoltà relative alla missione in Giappone. Francesco si è mostrato interessato e attento all'ascolto, e ha fatto brevi commenti.
Subito dopo il Papa ci ha interrogato su questioni particolari come la situazione della famiglia in Giappone, la situazione delle vocazioni, l'istruzione cattolica, l'apostolato dei migranti, la protezione dell'ambiente e l'apostolato sociale. Ha mostrato grande preoccupazione per la cura pastorale dei migranti in Giappone e ci ha incoraggiati a mettere ancora più energia nel proteggerli e nel promuovere fra di loro delle nuove vocazioni.
Il Santo Padre si è mostrato interessato in maniera particolare alla storia del cristianesimo in Giappone e ai "cristiani nascosti". Proprio mentre la Chiesa cattolica del nostro Paese festeggia il 150mo anniversario della riemersione di questi cristiani di Nagasaki, il Papa ci ha incoraggiato ha imparare dallo splendido esempio di coloro che hanno trasmesso la fede come una tradizione familiare, in segreto e nonostante una durissima persecuzione.
Francesco ci ha anche dato un grande incoraggiamento ricordando che sono i vescovi locali a decidere della propria diocesi, in quanto "pastori del gregge". Ha detto che i vescovi non devono fare tutto quello che viene detto loro dal Papa "soltanto perché lo ha detto il Papa" e quindi non devono obbedire senza pensare. Anzi, la loro responsabilità di vescovi - che conoscono la realtà e la situazione della popolazione locale - è quella di trovare i modi migliori per evangelizzare e fornire cura pastorale, senza aspettare "ordini dal centro".
Credo che questo sia un punto molto importante per noi, vescovi in Giappone. In molte occasioni - per motivi sociali, questioni politiche o relative alla liturgia - quando i vescovi prendono una decisione basandosi sulla realtà locale e sulla preoccupazione per la cura del proprio gregge, capita che vengano criticati anche in maniera dura dalla popolazione che li accusa di "non obbedire al Santo Padre o alla Santa Sede". Quindi siamo molto felici di vedere che il Papa ha mostrato la sua fiducia nelle decisioni dei vescovi locali.
Chiaramente questo non significa che noi, vescovi giapponesi, vogliamo creare "un nostro impero lontano dalla Chiesa universale". Conosciamo i limiti. Ma siamo stati anche incoraggiati a fidarci delle nostre decisioni, basandoci sulla realtà della situazione locale.
È stato un tempo benedetto, più di un'ora con il Papa per condividere le nostre esperienze e i nostri problemi. Anche se il Santo Padre non ha menzionato in maniera particolare la sua intenzione di visitare il Giappone, e anche se noi lo abbiamo invitato, si è detto "positivo" all'idea di considerare nel prossimo futuro questa possibilità.
20/03/2015