Vescovo di Maasin: "Commosso dall'interesse del Papa per la mia diocesi"
Il presule commenta così ad AsiaNews la decisione di Benedetto XVI di destinare le offerte della messa "In coena Domini" alla ricostruzione delle case nelle zone colpite dalle frane di febbraio.
Maasin (AsiaNews) Il vescovo di Maasin è "commosso e colpito" dal fatto che il Papa "continui a pensare alla situazione della sua diocesi", colpita i primi giorni di febbraio da una serie di frane. Con queste parole mons. Precioso D. Cantillas, vescovo della diocesi di Maasin, commenta ad AsiaNews la decisione di Benedetto XVI di dedicare alla ricostruzione le offerte durante la Santa messa "In coena Domini" che tornerà ad essere celebrata nella basilica Lateranense.
Durante il rito della lavanda dei piedi, infatti, l'assemblea "sarà invitata ad un gesto di carità tramite l'offerta da affidarsi al Papa a sostegno del progetto di ricostruzione di case per le vittime delle devastanti frane che hanno colpito il territorio della diocesi di Maasin, nelle Filippine".
"La situazione nella zona dice il presule è leggermente migliorata ed il lavoro di riabilitazione dei Centri di azione sociale della diocesi e di altre organizzazioni, governative e non, va avanti".
"Sono stato lì proprio ieri racconta per passare con loro la Domenica delle Palme, visitare gli orfani e controllare i lavori di ricostruzione: sono felice di poter dire che è iniziata la ricostruzione di cento case permanenti da restituire alle famiglie che hanno perso tutto nella valanga di fango".
Secondo i dati della Conferenza episcopale delle Filippine, il fango che ha colpito la zona il 17 febbraio ha ucciso 972 persone ed ha causato danni per circa quattro milioni di dollari. Il disastro, conseguenza di due settimane di piogge intense, ha distrutto Guinsaugon - nella zona meridionale dell'isola di Leyte, parte est dell'arcipelago filippino - dove vivevano circa 1.800 persone; secondo le segnalazioni degli abitanti i dispersi sono circa 1.200.
"La questione più urgente da risolvere spiega mons. Cantillas è quella degli orfani: ve ne sono molti, ma la diocesi non può prendersene la responsabilità senza l'approvazione dei servizi sociali. Abbiamo già la loro approvazione, ma i parenti hanno la priorità sulla loro tutela: alcuni ragazzi potrebbero avere parenti in vita, da qualche parte". "Alcuni di loro continua hanno espresso il desiderio di rimanere sotto la nostra tutela ed io penso che la loro situazione sia la più urgente da risolvere, per evitare che, come in altre tragedie, vengano coinvolti in degli orrendi traffici umani.
Ho promesso loro di prendermi cura della situazione il più possibile, finché i fondi ce lo permetteranno.
"Ho parlato anche con delle famiglie che aspettano una casa conclude - e che al momento sono alloggiati nelle scuole. A giugno queste riapriranno per il nuovo anno e così ho deciso di alloggiarli in grandi spazi coperti tutto intorno agli edifici. Speriamo di poter dare loro una vera casa il prima possibile".