Vescovo di Lucknow: Migranti nascosti in una betoniera. Il lockdown è una catastrofe anche per le donne (Video)
Diciotto lavoratori migranti hanno cercato di ritornare al loro villaggio nascosti in una betoniera. La gente è “disperata” perché da oltre un mese è senza lavoro, senza soldi, senza cibo. “Un livello di indegnità mai vista prima”. Le donne nei villaggi con traumi emozionali e sull’orlo della fame.
Lucknow (AsiaNews) – Le conseguenze del lockdown, la quarantena imposta dal governo a tutto il Paese sono “catastrofiche” per i lavoratori migranti, lasciati senza lavoro, né soldi, né cibo, e per le donne nei villaggi, lasciate senza aiuti dai loro familiari e nell’angoscia per la loro sorte: una vera e propria sofferenza “nascosta”, di cui nessuno si cura.
Così mons. Gerald Mathias, vescovo di Lucknow (Uttar Pradesh) valuta la quarantena voluta dal governo dal 24 marzo fino ad oggi, ma prolungata ancora di due settimane. Secondo il governo del premier Narendra Modi, grazie alla chiusura di tutte le attività commerciali e dei trasporti, l’infezione viene dominata. Ad oggi si confermano 42670 casi positivi e 1395 morti.
Ma milioni di lavoratori migranti sono rimasti abbandonati, licenziati, senza un tetto e senza cibo, impossibilitati a ritornare ai loro villaggi di origine.
“L’annuncio del lockdown – spiega il vescovo – ha reso i nostri lavoratori migranti dei disoccupati, senzatetto e bisognosi di aiuti per sé e le loro famiglie. Molti di loro hanno cercato di ritornare ai loro villaggi di nascosto dalle autorità, a piedi per centinaia di chilometri, o con altri mezzi”.
A riprova, sui social circola un video che mostra un camion con una betoniera, fermato dalla polizia. Quando i poliziotti aprono la base della betoniera, da essa escono 18 persone. Si tratta di 18 lavoratori migranti che disperati volevano ritornare a Lucknow e che sono stati scoperti su un’autostrada nel Madya Pradesh. Il video mostra l’uscita delle persone, ad uno ad uno, con le loro borse semivuote.
“I migranti nascosti nella betoniera – denuncia mons. Mathias - sono un segno delle catastrofiche conseguenze del lockdown, che ha reso disperata la nostra gente. Questo caso mette in luce la crudeltà che pesa sui nostri poveri. Essi hanno speso più di un mese, abbandonati senza lavoro e senza cibo. Questi migranti sono persone come noi, essi servono noi, sono gente che lavora per noi, che lavorano sodo per noi, ma questo lockdown li ha ridotti a un livello di indegnità mai vista prima”.
E non ci sono solo i lavoratori migranti. Essi, lavorando nelle città, inviavano denaro e aiuti alle loro famiglie nei villaggi. Ora anche loro vivono nella miseria. “Una sofferenza nascosta è quella delle donne nei villaggi [di origine die migranti]. Anch’esse sono abbandonate e soffrono dal punto di vista emozionale e mentale per l’incertezza dei loro familiari senza lavoro e senza soldi. Anche esse sono abbandonate sull’orlo della fame, con problemi fisici e mentali”.
01/05/2020 10:16
06/05/2020 08:40