Vescovo di Islamabad: dopo la sentenza Gilani, “unità” per superare la crisi politica
Islamabad (AsiaNews) - "Oggi in Pakistan si sta registrando il fallimento della politica" ed è più che mai "tempo di unità" e coesione nazionale. È quanto sottolinea ad AsiaNews mons. Rufin Anthony, vescovo di Islamabad, commentando la decisione di ieri della Corte suprema che ha decretato "l'incompatibilità" di Yousaf Raza Gilani con la carica di Primo Ministro e ne ha decretato la conseguente "espulsione" dal Parlamento (cfr. AsiaNews 19/06/2012 Islamabad, Corte suprema: Gilani è incompatibile con la carica di premier). Il Partito popolare pakistano (Ppp) ha indetto una riunione di emergenza - presente anche il presidente Asif Ali Zardari, che ha cancellato il viaggio in Russia - per discutere della sostituzione del premier. Domani il capo dello Stato potrebbe presentarsi davanti all'assemblea con un nuovo nome; ma la scelta è legata al raggiungimento di un accordo nell'incontro di oggi.
Analisti e commentatori in Pakistan auspicano un passaggio di consegne "calmo" in attesa di nuove elezioni, se possibile anticipate, per restituire serenità e fiducia alla politica del Paese. Per gli esperti l'ormai ex premier Gilani deve accettare la sentenza dei giudici, che lo hanno dichiarato "incompatibile" perché condannato due mesi fa per "oltraggio alla Corte" in una vicenda di corruzione in cui sarebbe coinvolto il presidente Zardari. Al contempo, essi auspicano che i movimenti di opposizione non traggano un indebito profitto dalla situazione e che non si arrivi a uno scontro frontale fra poteri esecutivo e giudiziario.
Interpellato da AsiaNews, mons. Rufin Anthony sottolinea che "tutti i partiti devono riunirsi e dialogare", trovare delle "soluzioni" piuttosto che pensare al tornaconto personale. Egli spiega che "il disprezzo della Corte", reato per il quale è stato condannato Gilani a una pena "simbolica", è un elemento più "particolare" rispetto ad altre esigenze diffuse come i diritti umani di base. "La nazione manca di acqua, elettricità, cibo a prezzi economici - conclude il prelato - lo Stato di diritto è assente e la corruzione dilaga ovunque. Preghiamo i nostri leader, perché in un momento così delicato sappiano prendere decisioni sagge".
Emergono invece opinioni contrastanti fra i membri del Parlamento: Saleem Khursheed Khokhar di Karachi sottolinea la "spaccatura" fra esecutivo e giudiziario e non è "soddisfatto" della decisione dei giudici. Pervaiz Rafique, del Ppp, aggiunge che "la Corte suprema e il giudice capo hanno superato i limiti imposti dalla Costituzione". Joel Sohtra, di Lahore, giudica invece "eccellente" il verdetto del massimo organismo giuridico pakistano, che compie "un nuovo passo" verso il raggiungimento di una "piena indipendenza". "Questo governo incompetente - chiosa il deputato - sta ridicolizzando il sistema giudiziario". Infine il politico cattolico Tarseed Javed, originario di Sialkot, secondo cui il capo dello Stato dovrebbe "annunciare la data delle prossime elezioni generali", perché anche nel caso in cui dovesse nominare un nuovo premier, i supremi giudici "lo costringeranno a formulare la rogatoria alle autorità svizzere". Insomma, il presidente Zardari non sfuggirà ai giudici anche se riuscisse nell'intento di far sopravvivere questa legislatura.