Vescovo di Islamabad: “Una vergogna” il caso di Asia Bibi. Continua la campagna di AsiaNews
di Jibran Khan
Per mons. Rufin Anthony occorre cancellare la legge sulla blasfemia, “per nulla adatta al mondo del 21mo secolo”. Continua la raccolta di firme per salvare Asia Bibi e cancellare la legge sulla blasfemia in Pakistan, Italia, Stati Uniti, India, Francia. In poche ore il sito di AsiaNews ha ricevuto oltre 500 adesioni. Anche monasteri di clausura pregano per Asia Bibi. Un testo da inviare al presidente Asif Zardari.
Islamabad (AsiaNews) – “É davvero una vergogna”: così mons. Rufin Anthony, vescovo cattolico di Islamabad- Rawalpindi commenta ad AsiaNews la sentenza di morte contro Asia Bibi (v. foto), la donna pakistana condannata per blasfemia nel Punjab. Il prelato sottolinea che la legge è abusata e manipolata con motivazioni grette e che è tempo di eliminarla per rendere il Pakistan un Paese moderno.
“Nei villaggi – dice il vescovo – c’è molta meschinità. Ho domandato a una donna quali sono le caratteristiche del suo [di Asia Bibi] villaggio. Mi ha risposto subito: Malizia, invidia, apatia, brutalità. Ecco il quadro completo. Può questo giustificare l’uccisione di una persona buona? La risposta è no! Io penso che la legge sulla blasfemia debba essere cancellata; non è per nulla adatta al mondo del 21mo secolo”.
Già da un anno la Commissione Giustizia e pace in Pakistan aveva domandato l’abolizione della legge sulla blasfemia, raccogliendo oltre 75 mila firme di cristiani e musulmani. AsiaNews aveva aiutato a diffondere la loro campagna in Italia e presso il parlamento europeo (v. dossier Salvate i cristiani e il Pakistan dalla legge sulla blasfemia).
In questi giorni, dopo la sentenza contro Asia Bibi, molte organizzazioni non governative nel Paese stanno raccogliendo firme per lo stesso motivo. In pochi giorni più di 40 mila firme hanno invaso gli uffici governativi chiedendo la liberazione della donna.
Aiuto alla Chiesa che Soffre ha lanciato anch’essa una raccolta di firme in Francia e in Italia. Altre associazioni hanno varato campagne contro la legge sulla blasfemia in India e negli Stati Uniti.
La campagna che AsiaNews ha lanciato ieri, sollecitata dai suoi lettori “a fare qualcosa”, ha raccolto in poche ore più di 500 firme da Italia, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Australia, Giappone, India, Gran Bretagna,…
Fra i primi a firmare vi sono p. Samir Khalil Samir, il famoso islamologo egiziano; Phil Lawler, editore cattolico statunitense; Kenneth Lewis, presidente dell’International Christian News; Davide Cantagalli, editore. Vi sono anche diversi messaggi da monasteri di clausura, che pregano per Asia Bibi e per il Pakistan.
Come già riferito ieri, la campagna chiede di salvare Asia Bibi e il Pakistan, con l’invio di un messaggio e-mail a salviamoasiabibi@asianews.it, o direttamente al presidente pakistano Asif Zardari a questo indirizzo: publicmail@president.gov.pk.
Alcuni lettori chiedono che venga loro dato un testo-base da inviare come messaggio al presidente Zardari. Eccolo:
To Mr Asif Ali Zardari,
The President of Pakistan
November 15, 2010
Mr. President,
Asia Bibi’s death sentence is not just a sentence, it is a State crime.
Therefore I hope you will not permit that, not only because of your sense of Justice
but also because it is badly affecting the reputation of your country.
Please intervene as soon as possible to reduce the pains Asia Bibi and her family are suffering.
Moreover the constant deliberate persecution of Pakistani Christians through the law on
blasphemy is offending the Almighty God more than any human being.
Sincerely
(firma)
Traduzione:
Al Sig. Asif Ali Zardari,
Presidente del Pakistan
Sig. Presidente,
la condanna a morte per Asia Bibi non è solo una sentenza, essa è un crimine di Stato.
Per questo io spero che lei non la permetterà, non solo per il vostro senso di giustizia, ma anche perché essa mette in cattiva luce la reputazione del suo Paese.
La prego di intervenire quanto prima per ridurre le sofferenze che Asia Bibi e la sua famiglia stanno sopportando.
Inoltre, la costante e deliberata persecuzione dei cristiani pakistani attraverso la legge sulla blasfemia, è un’offesa a Dio, oltre che agli uomini.
Sinceramente
(firma)
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