Vescovo di Balanga: Grazie alla Chiesa, migliora la situazione dei filippini in Kuwait
Il presidente della Commissione episcopale filippina per i migranti e gli itineranti conferma ad AsiaNews la “parziale amnistia” concessa dall’emirato: “Invitiamo i nostri connazionali a fare di tutto per mettersi in regola, è importante essere sempre nella legalità”. I lavoratori filippini all’estero sono circa 10 milioni, quasi due soltanto nei Paesi del Golfo: “Sono missionari ed evangelizzatori, il governo li deve difendere”.
Balanga (AsiaNews) – La decisione dell’emirato del Kuwait di concedere una “parziale amnistia” ai lavoratori filippini irregolari “è un gesto compassionevole e misericordioso. Ora tocca ai nostri concittadini mettersi in regola, perché è importante essere sempre nella legalità. Per il bene loro e del Paese che li ospita”. Lo dice ad AsiaNews mons. Ruperto C. Santos, vescovo di Balanga e presidente della Commissione episcopale filippina per i migranti e gli itineranti.
Il presule spiega la decisione presa dal Paese del Golfo: “Chi non ha i documenti in regola, oppure ha il visto scaduto, può presentarsi alle autorità non soltanto per sistemare la situazione ma anche, se lo desidera, per tornare in patria senza incorrere in brutte situazioni al confine. Eviteranno la ‘lista nera’ e potranno in futuro ottenere nuovi visti”. Al momento, secondo il Rapporto 2013 della Commissione, vi sono nel Paese circa 6mila lavoratori filippini illegali.
Questo, continua mons. Santos, “rappresenta un rischio enorme per tutti. Dobbiamo lavorare per il bene comune, e all’atto pratico significa fare in modo che i lavoratori all’estero siano sempre al di sopra dei sospetti o dei possibili ricatti delle autorità. Sono numerosi, purtroppo, i casi di abuso in tutto il mondo contro i nostri connazionali. Devono finire, ma per ottenere questo risultato serve anche la loro cooperazione”.
Per mons. Santos, questo “ottimo risultato” è anche frutto dell’impegno della Chiesa cattolica del Kuwait: “Vi sono tre grandi chiese nel Paese: la cattedrale della Santa Famiglia a Kuwait City, la chiesa di S. Teresa a Salamiya e Nostra Signora dell’Arabia ad Alhmadi. In tutte queste chiese la comunità filippina è viva e rappresenta un motore importante di animazione pastorale. Inoltre devo ringraziare il Vicario apostolico dell'Arabia settentrionale, mons. Camillo Ballin, che lavora da sempre in difesa dei filippini”.
D’altra parte, è noto l’impegno evangelizzatore dei filippini all’estero. Secondo gli ultimi dati, sono circa 10 milioni in tutto il mondo, di cui due nei Paesi del Golfo: “In ogni chiesa del pianeta – conclude mons. Santos – puoi trovare una messa in filippino. È il nuovo latino! Ma a parte le battute, sono davvero i nostri migliori missionari. Insegnano e testimoniano la fede ogni giorno e in ogni situazione. Il governo deve aiutarli e loro devono aiutare i governi per evitare abusi e soprusi”.
28/02/2019 11:17