Vescovo dell'Orissa: L'India non odia gli stranieri. Dolore per gli italiani rapiti
Bhubaneshwar (AsiaNews) - Mons. John Barwa, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, esprime ad AsiaNews "l'immenso dolore dell'India per il rapimento dei due italiani" per "l'ospitalità e il rispetto che da sempre la nostra tradizione e cultura riserva agli stranieri". Intanto, i maoisti potrebbero rilasciare oggi uno dei due ostaggi italiani rapiti il 14 marzo scorso a Kandhamal (Orissa). Lo conferma Dandapani Mohanty, uno dei mediatori scelti dai ribelli e accettato dal governo, all'emittente televisiva Cnn-Ibn. I guerriglieri libereranno un ostaggio se il governo soddisferà due delle 13 richieste. Tra queste, la liberazione di ribelli maoisti - in particolare la moglie del leader Sabyasachi Panda, Saswati - e provvedimenti contro le forze di polizia che violano i diritti umani dei tribali. Le trattative dovrebbero iniziare oggi, anche senza la nomina ufficiale di un terzo mediatore.
Secondo Mohanty, i maoisti libereranno Paolo Colangelo, 61 anni, perché malato. Secondo i due indiani rapiti (e subito liberati) insieme agli italiani, l'uomo aveva contratto la malaria. In caso di rilascio, il leader maoista locale Sabyasachi Panda consegnerà l'ostaggio a un gruppo selezionato di giornalisti.
Mons. Barwa sottolinea: "In India diciamo 'Atithi Devo Bhava', 'L'ospite è Dio'. Questa frase rappresenta il grande onore e l'accoglienza che dedichiamo a chi viene in questa terra. Chiunque siano i rapitori, chiediamo loro di liberare subito i due italiani".
In questi giorni, alcune agenzie hanno diffuso la notizia che la Chiesa locale e alcune ong avrebbero chiesto di partecipare ai negoziati. Ad AsiaNews l'arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar smentisce questa possibilità: "Con chi dovremmo trattare? Non sappiamo chi siano i sequestratori. Oltretutto, in questi giorni io sono a Mumbai. Preghiamo il Signore affinché protegga gli italiani e possano tornare presto alle loro famiglie". E aggiunge: "Bisogna indagare quali sono le cause alla radice del problema, e risolverle".
Sia Dandapani Mohanty che BD Sharma sono i mediatori proposti dai ribelli. In un primo momento, i rapitori avevano scelto Biswapriya Kanungo, attivista per i diritti umani, Narayan Sanyal, membro del Partito comunista indiano (al momento in prigione in Jharkhand), e Mohanty, un simpatizzante dei ribelli. In seguito al rifiuto di Kanungo e al no del governo a Sanyal, i ribelli avevano diffuso i nomi di BD Sharma, ex burocrate, e Prafulla Samantray, attivista.
Anche il governo aveva nominato tre persone: UN Behera, segretario per gli Interni; PK Jena, segretario del dipartimento Panchayati Raj; SK Sarangi, segretario del dipartimento dello Sviluppo. Tuttavia, ha spiegato oggi Mohandy, "il governo ha fretta di iniziare le trattative ed è probabile che rinuncia al terzo mediatore".