22/03/2012, 00.00
INDIA – ITALIA
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Vescovo dell'Orissa: L'India non odia gli stranieri. Dolore per gli italiani rapiti

di Nirmala Carvalho
L’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar mons. John Barwa smentisce l’ipotesi di un intervento della Chiesa nelle trattative, perché “non conosciamo i rapitori”. Oggi i maoisti potrebbero liberare Paolo Colangelo, malato di malaria, se il governo accetterà due delle 13 richieste. Secondo Dandapani Mohanty, uno dei mediatori scelti dai ribelli, le trattative inizieranno oggi.

Bhubaneshwar (AsiaNews) - Mons. John Barwa, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, esprime ad AsiaNews "l'immenso dolore dell'India per il rapimento dei due italiani" per "l'ospitalità e il rispetto che da sempre la nostra tradizione e cultura riserva agli stranieri". Intanto, i maoisti potrebbero rilasciare oggi uno dei due ostaggi italiani rapiti il 14 marzo scorso a Kandhamal (Orissa). Lo conferma Dandapani Mohanty, uno dei mediatori scelti dai ribelli e accettato dal governo, all'emittente televisiva Cnn-Ibn. I guerriglieri libereranno un ostaggio se il governo soddisferà due delle 13 richieste. Tra queste, la liberazione di ribelli maoisti - in particolare la moglie del leader Sabyasachi Panda, Saswati - e provvedimenti contro le forze di polizia che violano i diritti umani dei tribali. Le trattative dovrebbero iniziare oggi, anche senza la nomina ufficiale di un terzo mediatore.

Secondo Mohanty, i maoisti libereranno Paolo Colangelo, 61 anni, perché malato. Secondo i due indiani rapiti (e subito liberati) insieme agli italiani, l'uomo aveva contratto la malaria. In caso di rilascio, il leader maoista locale Sabyasachi Panda consegnerà l'ostaggio a un gruppo selezionato di giornalisti.

Mons. Barwa sottolinea: "In India diciamo 'Atithi Devo Bhava', 'L'ospite è Dio'. Questa frase rappresenta il grande onore e l'accoglienza che dedichiamo a chi viene in questa terra. Chiunque siano i rapitori, chiediamo loro di liberare subito i due italiani".

In questi giorni, alcune agenzie hanno diffuso la notizia che la Chiesa locale e alcune ong avrebbero chiesto di partecipare ai negoziati. Ad AsiaNews l'arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar smentisce questa possibilità: "Con chi dovremmo trattare? Non sappiamo chi siano i sequestratori. Oltretutto, in questi giorni io sono a Mumbai. Preghiamo il Signore affinché protegga gli italiani e possano tornare presto alle loro famiglie". E aggiunge: "Bisogna indagare quali sono le cause alla radice del problema, e risolverle".

Sia Dandapani Mohanty che BD Sharma sono i mediatori proposti dai ribelli. In un primo momento, i rapitori avevano scelto Biswapriya Kanungo, attivista per i diritti umani, Narayan Sanyal, membro del Partito comunista indiano (al momento in prigione in Jharkhand), e  Mohanty, un simpatizzante dei ribelli. In seguito al rifiuto di Kanungo e al no del governo a Sanyal, i ribelli avevano diffuso i nomi di BD Sharma, ex burocrate, e Prafulla Samantray, attivista.

Anche il governo aveva nominato tre persone: UN Behera, segretario per gli Interni; PK Jena, segretario del dipartimento Panchayati Raj; SK Sarangi, segretario del dipartimento dello Sviluppo. Tuttavia, ha spiegato oggi Mohandy, "il governo ha fretta di iniziare le trattative ed è probabile che rinuncia al terzo mediatore". 

 

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