Vescovo dell’Orissa: il governo si dichiara estraneo al pogrom anti-cristiano. Mente
di Nirmala Carvalho
La Commissione d’inchiesta sulle violenze dell’agosto 2008 ascolta alcuni funzionari. L’ex prefetto del Kandhamal: conversioni al cristianesimo fuorilegge. L’ispettore generale di polizia: ignoravamo le minacce maoiste contro gli indù. Il vescovo di Bhubanewsar: sono tutti d’accordo per cacciare via la minoranza cristiana.
Bhubaneswar (AsiaNews) - “È ridicolo che i funzionari dello Stato, invece di dimostrare un po’ di compassione e solidarietà per i quasi 50mila cristiani sfollati del Kandhamal, cerchino ora di provare disperatamente di essere estranei ed all’oscuro dei fatti che hanno generato le violenze in Orissa”. Mons. Raphael Cheenath, arcivescovo di Cuttack-Bhubanewsar, non accetta la versione dei fatti che alcuni funzionari dello Stato stanno sostenendo davanti alla commissione governativa che indaga sui pogrom dell’agosto 2008.
Il 16 settembre il giudice Sarat Chandra Mohapatra, presidente e membro unico della commissione, ha ascoltato Gangadhar Singh, prefetto del distretto di Kandhamal dal settembre 2004 all’ottobre 2007. Il funzionario governativo afferma che durante il suo mandato le conversioni al cristianesimo sono avvenute violando le direttive previste dall’Orissa Freedom of Religion Act (OFRA). Singh aggiunge poi due particolari significativi alla sua versione dei fatti. Da un lato sottolinea di aver assistito ad una diffusa occupazione di appezzamenti governativi; dall’altro rileva tensioni tra tribali e dalit per il tentativo di questi ultimi di affrancarsi dal loro status giuridico e ottenere le stesse concessioni territoriali garantite ai tribali. Sollevando la Chiesa da ogni implicazione diretta in questi avvenimenti avvalora però la tesi secondo cui le conversioni illegali, le occupazioni dei terreni e le tensioni tra tribali e dalit siano fenomeni tra loro collegati.
Mons. Cheenath, parlando con AsiaNews, bolla come ambigue e tardive le dichiarazioni di Singh. “Sembra che i funzionari governativi abbiano dormito a lungo. Perché non hanno portato alla luce le irregolarità prima d’ora? Possono provare quello che dicono? L’OFRA è in vigore dal 1967, ma solo adesso, dopo le persecuzioni dei cristiani, vengono fuori le violazioni. Sembra tutto un gioco per far apparire innocente il governo”.
Per il vescovo di Bhubanewsar le versioni dei fatti che i funzionari stanno offrendo alla Commissione d’inchiesta sono solo l’ultimo capitolo “del gioco messo in atto dalle autorità governative e dallo Sangh Parivar [associazione di attivisti indù, ndr] per continuare a perseguire i cristiani”. Le vittime dei pogrom vivono ancora nell’insicurezza, spesso lontane dalle loro case, esposte a continue minacce e boicottate dalle comunità indù. “La cosa più vergognosa e grave è che i funzionari sono d’accordo con lo Sangh Parivar per cacciare via dal Kandhamal la minoranza indifesa dei cristiani”.
Tra i funzionari ascoltati il 16 settembre, la Commissione d’inchiesta ha sentito anche Arun Sarang. L’ispettore generale di polizia ha confermato la versione secondo cui le autorità non avevano nessuna informazioni sulle minacce maoiste allo Swami Laxmanananda Saraswati, capo del Visva Hindu Parisad (VHP),dal cui assassinio sono poi scaturite le violenze dell’agosto 2008. Sarang ha scagionato ancora una volta i cristiani del Kandhamal da ogni responsabilità nell’omicidio dell’leader fondamentalista indù affermando che “è assolutamente evidente che l’assassinio è opera dei militanti del Partito comunista maoista dell’India”. Ma anche le dichiarazioni dell’ispettore, per la comunità cattolica suonano come un tentativo di sollevare le autorità dall’accusa di non aver fatto nulla per prevenire le violenze.
Vedi anche