Vescovo contro il casinò: non salva l’economia e danneggia la società
di Santosh Digal
Mons. Lucilo Quiambao protesta contro il progetto di un maxi centro commerciale ad Albay, a sud di Manila, in cui è compresa una sala da gioco. Il costo dell’operazione è di oltre 250 milioni di euro e vuole aumentare il flusso di turisti nella zona. Per il vescovo “distrugge la fibra morale della nostra comunità”.
Legazpi City (AsiaNews) - Mons. Lucilo Quiambao, vescovo di Legazpi, è sceso in campo contro la costruzione di un maxi complesso commerciale ad Albay a sud di Manila. A spingere il prelato ha protestare in modo ufficiale presso le autorità locali è stata la presenza all’interno della struttura di un grande casinò ed il costo del complesso, 1,8 miliardi di peso equivalenti a più di 250 milioni di euro.
Mons. Quiambao si è rivolto al sindaco di Legazpi, Noel Rosal, ed ai diversi partiti che governano la città. “Il gioco d’azzardo - afferma il vescovo - non è la soluzione dei nostri problemi economici. Siamo a favore del progresso, ma dobbiamo ottenerlo con azioni concrete e non distruggendo la fibra morale della nostra comunità”.
Il complesso nasce per iniziativa della Philippine Amusement and Gaming Corp. (Pagcor), società controllata dallo Stato che gestisce i casinò nel Paese), che vuole sviluppare nella zona di Albay strutture capaci di attrarre maggior turismo. La Pagcor afferma che il nuovo complesso commerciale offrirà nuovi posti di lavoro agli abitanti della provincia e ha già ottenuto il sostegno della Camera di commercio filippino-cinese di Albay e di quella della città di Legazpi.
Nelle Filippine il gioco d’azzardo legale rappresenta un mercato in continua crescita e rappresenta un’importante fonte di entrata per lo Stato. Nel 2008 gli introiti generati dal solo gioco on-line ammontavano a 6,11 milioni di dollari contro i 4,74 milioni dell’anno precedente.
Per il prelato i possibili benefici sull’economia della zona non possono essere paragonati ai danni che, soprattutto il casinò, può provocare all’interno del tessuto sociale. A preoccupare mons. Quiambao è soprattutto l’incidenza che il gioco può avere sulla gente comune. Il miraggio di un guadagno facile unito al Bahala na, il fatalismo caratteristico della cultura filippina, finirebbero per spingere molte persone a sperperare soldi e tempo.
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