Vescovo ausiliare di Mumbai: Nella Giornata della giustizia sociale, mettere l’uomo davanti al profitto
La ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 2007. L’obiettivo è affrontare a livello globale questioni come povertà, esclusione, impiego, uguaglianza di genere. Mons. D’Silva ritiene che la violenza sia il risultato delle disuguaglianze. “Ripensare le strutture economiche e avere compassione dei nostri fratelli e sorelle”.
Mumbai (AsiaNews) – La Giornata mondiale della giustizia sociale, che ricorre oggi, sia l’occasione per rimettere l’uomo davanti al profitto. Lo afferma ad AsiaNews mons. Allwys D’Silva, nominato di recente vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Mumbai, intervenendo a proposito della Giornata istituita dalle Nazioni Unite nel 2007. Il presule, impegnato da anni in campo sociale, dei diritti umani e della difesa dell’ambiente, sostiene che “oggi il mondo è pieno di conflitti e divisioni”. Per questo sottolinea l’importanza della giustizia sociale come “principio di base per la pace e la coesistenza pacifica tra le nazioni”.
Il tema dell’edizione 2017 della Giornata è “Prevenire il conflitto e sostenere la pace attraverso un lavoro dignitoso”. La ricorrenza è stata creata dall’Onu con l’obiettivo di affrontare a livello globale questioni come povertà, esclusione, impiego, uguaglianza di genere, accesso al benessere sociale e alla giustizia per tutti. A tal fine l’organizzazione invita tutti gli Stati a promuovere obiettivi e scopi del Summit mondiale per lo sviluppo sociale. Tra questi, sostenere l’importanza del lavoro; costruire società forti; espandere la conoscenza; collaborare con il sistema delle Nazioni Unite e degli altri attori interessati per costruire strategie di azione effettive.
Mons. D’Silva, che è anche segretario dell’Ufficio per il cambiamento climatico e di quello per lo sviluppo umano della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc), sostiene: “Noi appoggiamo i principi della giustizia sociale quando promuoviamo l’uguaglianza di genere o i diritti delle popolazioni indigene e dei migranti. Facciamo avanzare la giustizia sociale quando rimuoviamo le barriere tra i popoli, [basate su] divisioni di genere, età, razza, appartenenza etnica, religione, cultura o disabilità”. Secondo il vescovo, “quando appoggiamo l’uguaglianza, le divisioni e i conflitti scompaiono. Perciò il mondo di oggi deve lottare per l’uguaglianza e la giustizia sociale”.
Egli ritiene che “la violenza è spesso il risultato delle ineguaglianze. Non c’è miglior esempio delle ingiustizie presenti nel settore economico. Quando in pochi mangiano la maggior parte di una torta, mentre al resto viene lasciata solo una piccola fetta, è in quel momento che si creano margini per far scaturire la violenza nelle strade”.
In Asia, continua, “la disoccupazione è molto diffusa. Per questo dobbiamo ripensare con attenzione le nostre strutture economiche che hanno come unico obiettivo il profitto”. “Nella vita di tutti i giorni – conclude – non viene presa in considerazione la compassione nei confronti dei nostri fratelli e sorelle. A maggior ragione dobbiamo mettere l’uomo davanti al profitto”. (NC)