Vescovi vietnamiti: Facoltà teologica, beatificazione e migranti nella prima assemblea annuale
Ho Chi Minh City (AsiaNews/EdA) - Aprire una scuola di teologia che, nel tempo, potrebbe trasformarsi nel futuro istituto cattolico del Vietnam; e ancora, lo stato della causa di beatificazione dei primi vicari apostolici di Nord e Sud e la situazione dei migranti, dentro e fuori del Paese, un tema che si propone con sempre maggiore attualità. Sono questi alcuni dei molti temi affrontati dalla Conferenza episcopale vietnamita, nella prima assemblea annuale che si è tenuta dal 13 al 16 aprile a Ho Chi Minh City. Il centro pastorale dell’arcidiocesi di Saigon ha ospitato la quattro giorni di lavori della Chiesa locale. All’evento hanno partecipato 35 fra arcivescovi e vescovi di 25 diocesi, l’amministratore apostolico di Vinh Long (sede vacante) e il rappresentante pontificio non residente in Vietnam, mons. Leopoldo Girelli, presente all’apertura dei lavori.
Il sito internet della Conferenza episcopale ha diffuso i temi e lo stato di avanzamento dei lavori, raccontando giorno per giorno le riunioni e le attività al centro dell’assemblea, insieme ai dibattiti.
Il primo giorno ha registrato l’intervento di mons. Girelli, del vescovo ausiliare della diocesi di Xuân Lôc mons. Joseph Dinh Duc Dao, il quale è anche presidente della Commissione episcopale per l’educazione. Il prelato ha presentato ancora una volta il progetto che intende portare alla creazione di una facoltà teologica che, in un futuro prossimo, dovrebbe poi diventare in Istituto cattolico del Vietnam. Esso sarà aperto al clero, ai religiosi e religiose, e ai laici.
Il vescovo di Nha Trang ha fatto il punto sulla causa di beatificazione dei primi due vicari apostolici, del nord e del sud del Vietnam, mons. Lambert de Lamotte e mons. François Pallu. Il presidente della Commissione per la pastorale dei migranti, mons. Joseph Nguyên Chi Linh, ha illustrato la situazione relativa alla migrazione interna e all’estero. Un tema da tempo al centro dell’attenzione dei prelati e della Chiesa locale, in prima fila nella lotta per i diritti dei cittadini in patria e nei Paesi di emigrazione.
Le varie commissioni hanno illustrato lo stato dei lavori e le attività promosse negli ultimi mesi; fra questi vi è anche il contributo della Chiesa vietnamita al Sinodo dei vescovi sulla famiglia, in programma a Roma il prossimo ottobre. Infine, si è discusso della questione territoriale che investe la diocesi di Vinh, finora compresa nella provincia ecclesiastica di Hanoi. I prelati hanno inoltrato alla Santa Sede la richiesta di trasferirla nella provincia ecclesiastica di Huê, per meglio distribuire il numero dei fedeli sul territorio nazionale.
Oggi in Vietnam, a fronte di una popolazione di circa 87 milioni di persone, i buddisti sono il 48%; i cattolici poco più del 7%, seguiti dai sincretisti al 5,6%; infine, vi è un 20% circa che si dichiara ateo. Pur essendo una minoranza (sebbene significativa), la comunità cristiana è attiva nei settori dell'educazione, sanità e sociale. Di contro, la libertà religiosa è in costante diminuzione: l'introduzione del Decreto 92 ha imposto restrizioni alla pratica del culto, che è sempre più vincolata ai dettami e alle direttive del governo e del Partito unico comunista.