Vescovi indonesiani chiedono al presidente il rispetto per la libertà religiosa
Jakarta (AsiaNews) – La Conferenza episcopale dell’Indonesia (Kwi) critica il presidente Susilo Bambang Yudhoyono e gli chiede di mostrare più coraggio nella difesa della libertà religiosa. Mons. Martinus Dogma Situmorang, presidente della Kwi, e mons. Johannes Pujasumarta, segretario generale dela Kwi, hanno firmato la lettera inviata al presidente lo scorso 16 agosto.
Nella lettera i vescovi invocano con forza l’intervento del presidente Yudhoyono, per fermare l’ondata di estremismo che colpisce le minoranze religiose: “Siamo preoccupati perché lo Stato non sembra in grado di assicurare protezione alle minoranze religiose… quando queste si trovano sotto pressione a causa dei gruppi religiosi di maggioranza”.
I vescovi fanno riferimento agli incidenti avvenuti nelle ultime settimane a Bekasi e a Bogor contro i cristiani della chiesa protestante dei Batak (Hkbp) e quelli della chiesa di Yasmin. I fedeli di entrambe le comunità sono costretti a pregare all’aperto perché i funzionari del comune hanno sigillato i loro luoghi di culto. Inoltre, le loro funzioni religiose vengono disturbate e interrotto da folle di estremisti islamici.
“Noi - continua la lettera dei vescovi - siamo molto preoccupati del fatto che a molti dei nostri fratelli e sorelle cristiani… venga chiesto con la forza di abbandonare la propria religione e di smettere di professare la propria fede. Signor presidente, è da tanto che aspettiamo di vedere come lei possa mostrare il suo coraggio e avvisare ogni gruppo estremista che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge”.
“Siamo ansiosi di venire a sapere da Lei, signor presidente, che l’Indonesia di certo non permetterà alla maggioranza di fare pressioni sulla minoranza”. Nella lettera i vescovi hanno anche criticato la corruzione, diffusa soprattutto nel mondo politico. Fino ad ora Yudhoyono non ha fatto nulla per fermare l’estremismo dilagante nel Paese. Solo il 15 agosto scorso ha dichiarato che la libertà religiosa è protetta dalla Costituzione, dopo che anche i giornali hanno attaccato la sua debolezza.